di Martina Del Chicca
Se New York è la città che non dorme mai, Viareggio è quella che, invece, non dorme più. Che si corica, e si rigira nel letto, con il pensiero fisso dei ladri, delle spaccate, dei furti, dei vandalismi, dei danni... a turbare il sonno.
C’è stata la sequenza angosciante di colpi alle auto in sosta, e anche quella seriale al “Cocomeraio“ di via Vespucci. C’è stato il clamoroso furto alla boutique "Càos" di Silvia Bini, con i banditi che in piena notte hanno sventrato la vetrina usando un’auto come ariete; e c’è stato anche il classico maremoto sulla spiaggia del bagno “Nettuno“, messo a soqquadro dai vandali. Poi la banda del tombino, la razzia al panificio di Bicchio e chissà quante altre piccole storie di microcriminalità. Ci sono stati, in parallelo, anche controlli serrati da parte delle Forze dell’Ordine, che sono riuscite ad identificare e denunciare alcuni dei presunti autori di queste scorrerie. Ma gli assalti proseguono.
E la scorsa notte a farne le spese è stato il glorioso Circolo Tennis Viareggio, con la sua storia ultrasecolare, lungo il viale Capponi nella Pineta di Ponente. Per entrare i ladri hanno infranto due finestroni, e sono usciti con poco o nulla. Hanno portato via un tablet “d’antiquariato“, "che avrà avuto forse quindici anni", e qualche spicciolo rimasto nel fondo cassa del ristorante, recentemente rilevato dallo chef Priyantha Benedetti, che oltre alla cucina tipica della tradizione viareggina propone di tanto in tanto cene cingalesi della sua terra d’origine, portando gli suoi ospiti fino in Sri Lanka.
Ma torniamo alla nota amara. I ladri hanno sfondato, hanno frugato ovunque, messo ogni cosa in disordine, e se ne sono andati a mani (semi)vuote. Più che amarezza, quella che si percepisce tra i pini è rassegnazione: "Che vuoi farci – dicono dal circolo –, lo mettiamo in conto". "Succede almeno due o tre volte l’anno, e l’unica cosa che possiamo augurarci, quando succede, è che i danni siano limitati". Questa volta sono stati più ingenti che in passato, "saranno almeno mille euro. Una bella botta": i malviventi hanno infatti infranto una finestra per entrare e una per il “gusto di“.