GAIA PARRINI
Cronaca

La città vola a New York: "Ai bagni di Viareggio" in mostra negli Stati Uniti

Il dipinto del macchiaiolo Vincenzo Cabianca ritrae la spiaggia di metà 800. È in esposizione alla galleria Robilant + Voena insieme ad altre opere inedite.

Il dipinto del macchiaiolo Vincenzo Cabianca ritrae la spiaggia di metà 800. È in esposizione alla galleria Robilant + Voena insieme ad altre opere inedite.

Il dipinto del macchiaiolo Vincenzo Cabianca ritrae la spiaggia di metà 800. È in esposizione alla galleria Robilant + Voena insieme ad altre opere inedite.

VIAREGGIO Tre giovani donne si riuniscono intorno a un pescatore e, con lui, e un’altra giovane, parlano e si confrontano, cercando, forse, di contrattare i prodotti freschi nel grande cesto ai loro piedi. E, dietro di loro, al di là delle altrettante figure rappresentate sullo sfondo, il mare, la spiaggia e gli stabilimenti balneri di una Viareggio di metà 800. È la città rappresentata, nel 1866, nel dipinto Ai bagni di Viareggio del veronese Vincenzo Cabianca, pittore macchiaiolo che un anno prima, su quella stessa spiaggia, aveva trascorso la luna di miele insieme alla moglie Adelaide Lachi. Innamorato della donna al suo fianco e innamorandosi del paesaggio che si trovava di fronte. E dando lustro a una città che, ancor prima della fondazione nel 1873 della manifestazione che ancora oggi le regala talenti e maestria, così come visibilità e notorietà in tutto il mondo, appariva ai forestieri e agli artisti come un’opera d’arte.

Un’opera, come quella di Cabianca, rimasta fuori dal circuito espositivo per oltre un secolo e mezzo, e ora in esposizione a New York in una mostra alla galleria Robilant + Voena dedicata ai capolavore riscoperti, che simboleggia, come il mondo che rappresenta, un ponte tra la tradizione italiana e le nuove tendenze europee, tra vecchio e nuovo, tra pittura realista e impressionista. Perché il grande quadro di Cabianca, considerato uno dei massimi esponenti macchiaioli, riflette il linguaggio pittorico innovativo del periodo e l’approccio radicale che anticipò le sperimentazioni dell’Impressionismo che, i macchiaioli, fecero proprie come dichiarazione d’intenti, distaccandosi dalle convenzioni accademiche per catturare la quotidianità e i suoi momenti, fugaci e veloci. Così come, nel suo formato monumentale e profondo, attraverso riflessi di luce sulla pelle dei protagonisti che evidenziano la meticolosa attenzione alla resa atmosferica con influenze dalla scuola di Barbizon, dal realismo francese di Courbet e dai legami Preraffaelliti, simboleggia l’incontro tra le antiche comunità di pescatori toscani e i nuovi turisti borghesi ricchi e alla moda. Su una spiaggia, quella viareggina, che da appena sei anni era entrata nel Regno d’Italia e che stava emergendo, da metà 800, come principale meta turistica. Già all’inizio del secolo, infatti, Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, l’aveva scelta come destinazione estiva, e nel 1827, l’allora sindaco della città chiese l’autorizzazione di costruire il primo stabilimento balneare permanente della città che vide, sul finire del secolo, le costruzioni liberty che tuttora l’abbelliscono e l’apertura di bagni storici come il "Nettuno" o il "Balena". Momenti di modernità che Cabianca rese nel suo "Ai Bagni di Viareggio", con quei bagni marini ritenuti benefici per la salute, e i visitatori con accessori all’ultima moda che il pittore veronese curò con minuzia e precisione nella sua composizione, fotografia di una società post unitaria che lascia dietro il vecchio per il nuovo. E che Cabianca presentò per la prima volta alla Promotrice di Torino, dove fu acquistato per 1800 lire, e poi scomparve, in un oblio storico, rotto, soltanto ora, con la riscoperta in una collezione americana. E con la mostra in atto nella galleria R + V americana, al fianco di altri capolavori tra cui la tela mai esposta "Tobia e l’arcangelo Raffaele" di Neri di Bicci della metà del 400, "Pulcinella" di Giovanni Battista Tiepolo, sinora creduti opera del figlio Gian Domenio, una "Maddalena penitente" di Artemisia Gentileschi, riattribuita con analisi ai raggi X che rivelano un sottostrato originariamente concepito come Cleopatra e "Ritratto di María Soledad Rocha Fernández de la Peña, Marquesa de Caballero" di Francisco Goya. Una vetrina che riscopre non soltanto la pittura di un artista come Cabianca, ma anche una Viareggio, per com’era e con il seme di come sarebbe diventata, nel quadro come nella realtà. E che è arrivata, ora, anche tra i grattacieli e le strade della Grande Mela. Gaia Parrini