La civiltà delle piramidi. Vasi, papiri e amuleti. Un mondo antichissimo che ancora affascina

Un viaggio nel tempo attraverso 24 reperti dell’epoca Predinastica. A guidarlo sarà lo scrittore Fabio Genovesi, candidato al Premio Strega.

La civiltà delle piramidi. Vasi, papiri e amuleti. Un mondo antichissimo che ancora affascina

La civiltà delle piramidi. Vasi, papiri e amuleti. Un mondo antichissimo che ancora affascina

Un viaggio nello spazio e nel tempo. Nella storia di un antico popolo, immergendosi in una civiltà antichissima attraverso vasi, amuleti, papiri e steli. Ma con un’avvertenza: “il visitatore - anticipa il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco - sarà stimolato ad uscire dagli stereotipi che tutti noi comunque abbiamo per scoprire e conoscere le persone in carne ed ossa, a chiamarle per nome, a capire quanto fosse complessa la realtà antica e quanto in realtà c’è ancora da scoprire”. Perché la curiosità che spinse Ernesto Schiapparelli agli inizi del Novecento a recarsi in Egitto per compiere le prime campagne di scavo continua ad animare non solo studiosi come Greco, ma anche le tantissime persone che ogni giorno varcano la soglia del Museo Egizio di Torino che fu istituito, addirittura, prima di quello del Cairo. Un viaggio nello spazio e nel tempo che, dal prossimo primo agosto e sino al 2 febbraio del prossimo anno) sarà possibile compiere al Forte di Leopoldo I a Forte dei Marmi. È qui nel bicentenario della nascita del Museo Egizio, sarà ospitata la mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo”, curata da Paolo Marini, coordinatore scientifico delle mostre itineranti del Museo.

La mostra proporrà un viaggio nel tempo alla scoperta dell’antica civiltà nilotica in 24 reperti.dall’Epoca Predinastica (3900-3300 avanti Cristo) all’età greco-romana (332 avanti Cristo sino al 395 dopo Cristo). Vasi, appunto, stele amuleti e papiri, oltre alla maschera funeraria di età romana, una riproduzione, idealizzata dl volto del defunto, realizzata in cartonnage e destinata alla produzione magica della mummia, offriranno al pubblico un assaggio del museo più antico al mondo, dedicato alla civiltà sviluppatasi sulle rive del Nilo. Proprio nel 2024, infatti il Museo Egizio che custodisce circa 40mila reperti, di cui 12mila in esposizione, celebrerà il suo bicentenario. E la mostra di Forte dei Marmi rientra tra le iniziative che nel corso dell’anno celebreranno questo importante traguardo, non solo a Torino.

Tra i reperti in mostra, un tipico modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primio periodo intermedio (2118-1980 avanti Cristo), in legno stuccato e dipinto, decorato con la coppia di occhi udiate a protezione dello scavo. Il percorso espositivo sarà arricchito da infografiche e da installazioni multimediali, con approfondimenti storico-scientifici sui reperti e i diversi periodi storici. In esposizione anche una riproduzione digitale in 3D della monumentale statua di Ramesse II, uno dei reperti simbolo del Museo Egizio, che risale al XIII secolo avanti Cristo ed inamovibile.

Ad accompagnare i visitatori alla scoperta di questa civiltà antica ci sarà una speciale audioguida in italiano ed inglese, con la voce dello scrittore fortemarmino Fabio Genovesi, candidato al premio Strega con il romanzo “Oro puro”. Un viaggio nello spazio e nel tempo completamente immersivo anche grazie a laboratori didattici, visite guidate, che vedono la Fondazione Villa Bertelli e il Museo Egizio dare vita ad una collaborazione innovativa nel nome di “una cultura che non è qualcosa di avulso o di estraneo dalla vita - chiosa il presidente della Fondazione Villa Bertelli Ermindo Tucci - ma che anzi ne è parte integrante anche nel momento in cui si celebrano le vacanze”. “Del resto - gli fa eco il sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi - Forte pur essendo un Comune relativamente giovane (il prossimo 26 aprile i 110 anni dalla sua istituzione, ndr) non è solo vetrine scintillanti, ristoranti o stabilimenti balneari. E il Fortino, che ospiterà la mostra, ne è testimonianza avendo raccolto prima un cenacolo di artisti tedeschi e poi culminata con la costituzione del Quarto Platano cui aderirono tantissimi artisti che hanno segnato in maniera indelebile la storia del Novecento”.

Tommaso Strambi