
L’imprenditore russo Oleg Tinkov
Forte dei Marmi (Lucca), 7 maggio 2022 - "Aiutateci a tenere aperta La Datcha". L’amministratrice unica delle società legate all’imprenditore russo Oleg Tinkov, Roberta Buzzi, ha lanciato un appello scritto agli albergatori e ai balneari: la banca ha infatti negato ogni margine di transazione per le proprietà intestate alla moglie dell’ex oligarca e rischiano di chiudere il luxury resort La Datcha, il cantiere in atto per la realizzazione della Datcha 2 (ex Villa Tessa della famiglia circense Togni) e pure il bagno La Datcha beach.
Con la perdita di 30 posti di lavoro solo relativamente alle strutture ricettive, per non contare i professionisti e le maestranze all’opera per la maxi ristrutturazione dell’immobile di via Matteotti. La missiva è stata inviata alla luce di un bonifico da 89mila 500 euro dato come acconto da un arabo che voleva prenotare La Datcha per maggio e che è stato rifiutato da un istituto di credito – con successivi dinieghi ad aprire canali di accesso da parte di altre banche – nonostante che le due società La Datcha srl e La Datcha management srl "non abbiano debiti scaduti e non pagati, non abbiano contenziosi di alcun tipo e siano regolari nel pagamento delle imposte e dei contributi".
"La titolare di entrambe le società dal 2021 – recita la lettera-appello – è la signora Rina Vosman, nata nella repubblica d’Estonia, che ha il solo ’peccato originale’ di essere sposata con l’imprenditore Tinkov, che fino a pochi giorni fa era titolare della Tinkov Bank e che non è sottoposto ad alcuna limitazione patrimoniale nel nostro Paese e in nessun altro Paese europeo. Eppure la banca ha deciso di interrompere tutti i rapporti in corso con effetto immediato: le società hanno cercato di instaurare nuovi rapporti di conto corrente con altre banche, trovando però un rifiuto". I tempi stringono: in un mese le strutture potrebbero chiudere e pertanto l’amministratrice ha chiesto l’intervento dell’associazione albergatori e dell’Unione proprietari bagni "per consentire alle società di continuare ad operare, non solo nel proprio interesse ma anche in quello dei dipendenti e della collettività". Lo spettro è di un ’effetto a catena’ di licenziamenti e crisi di imprese legate all’’universo Datcha’. "Prima che la situazione precipiti – evidenzia – le società saranno costrette ad avviare le procedure di chiusura o, quanto meno, di sospensione sia delle attività aziendali sia dei lavori di ristrutturazione di Villa Tessa, con licenziamento del personale e il recesso dei contratti in quanto, pur avendo prenotazioni per l’intera stagione estiva, di qui a un mese non saranno più in grado di pagare nè lavoratori nè dipendenti nè i fornitori, col rischio concreto di un’assurda crisi d’impresa".