di Gaia Parrini
In un labirinto di cartelli e transenne, di sguardi persi e passi incerti, tra la polvere e il rumore di martelli pneumatici e operai al lavoro, c’è la delusione e la rabbia di chi, tra quelle transenne, è chiuso ormai da mesi. C’è la stanchezza, nascosta sotto i sorrisi, di chi, nonostante le perdite e le difficoltà, all’ombra del cantiere di via Mazzini, ad un anno dall’inizio dei lavori, e a quasi cinque mesi dalla chiusura dei vari stalli in direzione mare, lavora. Con uno sguardo all’esterno, ad una strada che, promettono, appena finita, sarà la riqualificazione di una zona e di una città. Ma che, per ora, ritarda a diventarlo, alimentando soltanto la rassegnazione di proprietari, dipendenti e lavoratori a cui, qualche mese fa, era stato detto “Stringete i denti“. "Tutto sta nella parola delusione - racconta Roberto Franceschini del ristorante da Romano - Nella delusione delle persone, al di là dei colori politici, delle cose non mantenute. Di tutto" "Dicevano che ci sarebbero voluti due mesi e mezzo, e siamo arrivati a quattro. Lo sbaglio è la presa in giro sui tempi", dice Roberto Tarducci della Tarducci Bici. "Da inizio lavori infatti non abbiamo indicazioni ben precise dal Comune, ma le cose le sappiamo tramite chi lavora - aggiunge Daniele Pancaccini del Panificio Benzio e Pancaccini - Confcommercio aveva organizzato degli incontri sul cantiere, e l’unica persona che si è presentata è stato il responsabile sicurezza. C’è un rimbalzo di responsabilità, in cui la cosa che maggiormente infastidisce è la mancanza di comunicazione". Perché raramente in quei negozi, come testimoniano i commercianti, si è visto entrare un responsabile. "A fine settembre la strada doveva essere finita, ma allora perché siamo in ritardo? - dichiara Elena Francesconi, titolare della libreria Lettera22 - Oltre il tempo, non sappiamo mai cosa devono fare e quanto ci impiegheranno. Basterebbe, a questo punto, dire la verità".