A soli 8 anni, a scrivere un destino che sembrava già tracciato, trasformava la cameretta in un aula teatro in cui teneva lezioni al fratello e ai cuginetti, Vincenzo Schettini, insegnante di fisica, e di vita, più noto del web, e dei palchi teatrali, che, arriverà lunedì sera, sul palco della Versiliana con “La fisica che ci piace“.
Dai banchi di scuola al web, cosa l’ha spinta a fare questo salto?
"Ci sono tre motivi. Il primo è l’istinto, quello nei confronti dei social, che ho intuito sarebbero stati una nuova biblioteca digitale, non solo dei ragazzi ma anche degli adulti. Poi la creatività, perché sono un fisico, ma anche un violinista. Il terzo motivo è la centratura su me stesso: da quando ero piccolo volevo fare il professore, e quando ho cominciato a insegnare mi sono stancato del modo “vecchio“, di farlo. Così ho pensato dentro di me “troviamo una nuova maniera“".
Alla fisica, invece, come si è avvicinato?
"Sono sempre stato incuriosito dal concetto di futuro, dalla tecnologia e dal concetto di spazio tempo. Alle scuole superiori ho cominciato a studiare fisica, e me ne sono innamorato anche grazie alla filosofia, quando la mia professoressa, cominciò a parlare di Cartesio, Newton, di acqua e fuoco, e, quella, è fisica. E all’università sono stato attratto dalla bellezza e complessità di quella materia, sempre ritenuta sofisticata, anche grazie al carisma dei professori".
L’unione di arte e scienza è il segreto del suo successo?
"Penso di sì. Ho tanta presa, ad esempio, sui bambini di 7 anni, e in quel caso vuol dire che esce di me il personaggio, dai capelli al modo di parlare, a tutta la mia parte creativa, che ho sviluppato in trent’anni di studio e di palcoscenici, e non dal niente come sostengono in rete".
Questa creatività è sviluppata nello spettacolo, in una sorta di lezione show.
"È un insieme di lezioni, creatività, musica, istinto, sperimentazione e riflessione sul mondo. Ci sono tutti gli elementi che mi caratterizzano senza tradire quello che gli spettatori vogliono vedere: un professore che insegna".
Com’è insegnare, oggi?
"Non è facile. Si ha in generale una sensazione di insegnante meno forte di quella di una volta. E bisogna reagire, trovare un proprio stile, cercare di capire che classi si hanno davanti. Ma queste cose, l’insegnante bravo, le sa, perché l’ultimo pensiero è quello di lasciare una traccia di sé nel mosaico dei ragazzi".
Un consiglio che darebbe, invece, agli allievi?
"Non dare niente per scontato, avere fame di tutto. Anche per questo, a teatro, approfitto della fisica per parlare di vita".
Gaia Parrini