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La grande fuga dal Versilia Infermieri e Oss chiedono in massa il trasferimento "Meglio gli ambulatori"

Non solo gli operatori sanitari del Pronto Soccorso ma anche quelli degli altri reparti. Sul punto di lasciare i propri incarichi anche gli operatori dei distretti territoriali dell’Asl.

La grande fuga dal Versilia Infermieri e Oss chiedono in massa il trasferimento "Meglio gli ambulatori"

Bufera sull’ospedale Versilia. Dopo i medici del pronto soccorso, che qualche giorno fa hanno minacciato le dimissioni in massa a livello regionale per l’insostenibilità dei carichi di lavoro a cui sono sottoposti per la carenza di personale, adesso pure gli infermieri prendono posizione. "Gli infermieri e gli Oss del pronto soccorso, e non solo, hanno risposto in massa alle domande di trasferimento verso servizi e ambulatori – spiegano Paola Costagli e Maurizio Ravecca del Nursind –, in proporzioni tali che la domanda supera abbondantemente l’offerta. Le richieste quindi non potranno essere accolte. Molti pensano al licenziamento – il grido d’allarme del sindacato – e negli ultimi due anni il Versilia si è impoverito di professionisti sanitari che hanno scelto le dimissioni volontarie".

Una situazione d’emergenza che si protrae da tempo, e per la quale non si prospettano soluzioni. "Niente è cambiato dall’agosto 2022, periodo in piena emergenza organizzativa – continuano Costagli e Ravecca –; al primo gennaio di quest’anno, il saldo di infermieri e Oss è in negativo rispetto all’anno precedente. Aspettiamo ancora nuovi ingressi e assunzioni che non solo coprano il turnover dei pensionamenti e dei licenziamenti, ma che sanino l’emergenza organizzativa di tutti i settori che permane da anni. Le recenti stabilizzazioni del personale sanitario non portano nuove forze – sottolineano – ma trasformano i contratti a tempo determinato in indeterminati, limitando solo in minima parte il depauperamento della forza lavoro".

A farne le spese, oltre ai lavoratori sovraccaricati di incombenze, è inevitabilmente la qualità del servizio. "L’indice di sovraffollamento del pronto soccorso segna costantemente rosso. I pazienti aspettano un posto letto per più di 48 ore, rimanendo in carico al personale che deve fornire loro adeguata assistenza, oltre a prendere in carico i nuovi che continuamente arrivano". Il problema, al solito, è che le forze dell’ospedale negli anni si sono assottigliate: "Mancano decine di professionisti sanitari che possano consentire una riorganizzazione territoriale e aumentare il numero dei posti letto delle cure intermedie – spiega ancora il Nursind – così da ridurre la pressione sui reparti di emergenza e di medicina interna. A tre mesi dal periodo estivi, così impegnativo per la realtà versiliese, e in concomitanza del periodo di ferie di tutti i lavoratori dell’azienda, ancora non si parla di personale di supporto per il pronto soccorso, il pronto soccorso pediatrico, la dialisi, la sala gessi e per tutte quelle realtà che durante la bella stagione sono chiamate ad ampliare la risposta alla domanda di salute dell’utenza".

Le prospettive, in questo senso, sono tutt’altro che rosee. E il quadro dipinto dal Nursind non lascia ben sperare. "Ancora una volta, rischiamo di trovarci davanti alla fila di ambulanze di fronto al pronto soccorso, a cittadini arrabbiati e a un aumento del rischio di episodi di aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale sanitario già allo stremo – concludono Costagli e Ravecca –; richiamo che i lavoratori dei reparti debbano affrontare turni di 12 ore e riposi saltati, con un rapporto di 14 pazienti per ogni infermiere. Il costante peggioramento della risposta di soddisfacimento della domanda di prestazioni sanitarie del territorio versiliese va di pari passo con il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari".

RedViar