
La Madonnina si rifa il look. Il Comune ricapitalizza ICare. E la società investe nel Porto
Al voto del consiglio comunale, lunedì, la giunta Del Ghingaro porterà la proposta di capitalizzazione di ICare con un aumento di capitale da 2milioni di euro per sostenere la società in house del Comune nella realizzazione della cosiddetta “Fase 2“ del piano di valorizzazione dell’approdo turistico de “La Madonnina“. Un investimento da 6milioni e 633mila euro per il miglioramento degli impianti, la costruzione di un nuovo pontile frangionde fisso (il molo 9) e di un camminamento, anche questo fisso, in sostituzione di quello galleggiante (per un valore stimato di 5.354 milioni di euro); e infine la ristrutturazione della “lounge“ o “club house“, che oltre agli uffici direzionali ospiterà il “salotto“ dei diportisti (per uno costo preventivato di 897mila euro).
L’intervento nasce con l’obiettivo di "risolvere definitivamente – spiega ICare – il problema della sicurezza delle imbarcazioni e dei diportisti in caso di mareggiate, per aumentare il numero dei posti barca a disposizione della domanda crescente di ormeggio – previsti dai 25 ai 30 nuovi posti per imbarcazioni fra i 15 e i 24 metri – e perseguire l’obiettivo di rilancio del porto" avviato nel 2020. Dopo che nel 2019 la società ICare ha acquistato l’approdo all’asta dal fallimento della vecchia Viareggio Patrimonio.
"La situazione iniziale, ereditata dalla Viareggio Patrimonio – scrive ICare nella relazione –, era di un porto turistico in stato di abbandono, con pontili danneggiati a rischio di sequestro cautelativo da parte dell’Autorità Marittime per motivi di sicurezza". Così la “Fase 1“, conclusa a settembre 2022, si è concentrata nella messa in sicurezza e miglioramento del servizio, e "la realizzazione degli interventi ha permesso di portare le entrate tariffarie dai 700mila euro circa del 2019 a superare il milione di euro nel corso del 2022".
Nel frattempo è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato in materia di proroga della concessione demaniali marittime, per l’applicazione della direttiva Bolkestein, che ha fissato il termine delle concessione al 31 dicembre 2023 e ha frenato la "prosecuzione dell’attività di progettazione", bloccando di fatto l’avvio della “Fase2“. Dunque ICare, il 22 aprile 2022, ha presentato istanza all’Autorità Portuale Regionale per chiedere il rilascio, tramite atto formale, di una concessione con durata maggiore di 11 anni per ammortizzare i costi sostenuti. Atto formale che – alla fine dell’istruttoria – è stato sottoscritto nell’aprile 2023. "La definizione di un nuovo periodo concessorio – spiega la società – ha reso possibile, fin da subito, la ripresa dell’attività di progettazione e sviluppo della Fase 2".
Rispetto al valore economico dell’operazione, in occasione del Cda e poi dell’assemblea, tra marzo e aprile 2023, ICare aveva stimato una spesa complessiva per le opere e le spese tecniche di 5.663 milioni di euro, rinviando ad una terza fase il miglioramento dei servizi in banchina. Il piano è stato però modificato prevedendo fin da subito il rifacimento e la nuova predisposizione degli impianti elettrici, idrici, antincendio e fibra. "L’inserimento di questi elementi – dice ICare – ha permesso di conseguire risparmi grazie ad un’ottimizzazione dell’intervento", oltre ad aprire "la possibilità di accesso ad alcuni finanziamenti a fondo perduto legati al Pnrr o bandi legati all’innovazione o legati alla sostenibilità e transazione energetica". L’obiettivo perseguito "è stato quello di offrire fin da subito servizi di alta qualità personalizzandoli sulle specifiche esigenze di consumo delle imbarcazioni, soprattutto di quelle più grandi. In base a queste premessa sarà possibile studiare e ridisegnare anche un nuovo sistema tariffario". Oggi, ogni categoria di imbarcazione paga una quota annua onnicomprensiva anche dei consumi, "con questo intervento la tariffa potrà diventare più “democratica”, potendo essere divisa in una quota fissa e in una quota variabile determinata in base ai consumi effettivi del natante. Giocoforza, una volta a regime, a beneficare del nuovo sistema di calcolo tariffario saranno le piccole imbarcazioni che hanno consumi estremamente ridotti".
Per la realizzazione dell’opera saranno necessari tra i 24 e i 28 mesi, e sarà finanziata per 3milioni di euro tramite un finanziamento bancario, già deliberato e in corso di ultimazione e di stipula, l’ aumento di capitale sociale per un valore di circa euro 2milioni di euro, e il rimanente attraverso autofinanziamento, fondi Pnnr e Bandi Europei. La proiezione di Navigo al 2034 rispetto prevede "una redditività superiore al 20% del fatturato". E consiglia di procedere per il 2025 "ad un aumento delle tariffe pari almeno al 6% per ridurre parzialmente l’impatto dei nuovi costi sulle prime annualità".