La paura alle spalle: "Ora ho un dono:. Non temo più la morte"

Flavia, grazie alla prevenzione, scoprì il tumore

La paura alle spalle: "Ora ho un dono:. Non temo più la morte"

Flavia Cavaletti è uscito dal tunnel buoi della malattia. Scoprì di avere un tumore grazie alla prevenzione e ora condivide la sua esperienza

di Maria Nudi

"Il tumore mi ha fatto un dono: non ho più paura della morte e vivo il tempo con una maggiore consapevolezza", determinata, volitiva, lo sguardo che filtra dagli occhi azzurri, arriva al cuore. Lei è Flavia Cavaletti, 47 anni origini svizzere, è nata a Zurigo, poi la famiglia si è trasferita in Italia, a Mantova. Da giovanissima Flavia Cavaletti trascorre le vacanze in Versilia, dove incontra l’amore della sua vita, Stefano, che diventa il marito e il padre di sua figlia Elisa, 9 anni. La famiglia vive a Pietrasanta. Flavia Cavaletti condivide con La Nazione la sua esperienza con l’“intruso“, uno dei termini con il quale viene definito il tumore, e diventa moralmente la testimone di Ottobre Rosa. Il mese che la Lega italiana per la lotta contro i tumori dedica alle campagne di sensibilizzazione ed educazione sui tumori.

Come ha scoperto il tumore?

"Non mi stanco mai di dirlo: grazie alla prevenzione. Ho alle spalle una storia particolare: ho perso mia madre Agnese di tumore e due sorelle, Alessandra e Antonella. Nonostante tutto ho avuto un’infanzia bellissima e credo che essere positivi nella vita conti molto. Ho sempre fatto i controlli annuali di ecografia e mammografia. Due anni fa in questo periodo sono andata a fare un controllo dal quale è emerso che avevo un nodulo al seno destro e che dovevo fare un ago spirato. Ho capito subito"

Quale sentimento ha provato ?

"Ho avuto paura di morire. E mi è passata tutta la vita davanti. Ma dopo ho pensato che avrei affrontato il percorso. E così è stato ho affrontato la chemioterapia, gli interventi non solo al seno perché dal test genetico sul tumore al seno ho scoperto che era necessario affrontare anche l’intervento all’apparato femminile. E la ricostruzione. E ancora una volta la prevenzione mi ha salvato la vita e mi hadonato altro tempo"

Qual è stata la prima persona a chi ha detto della presenza del nodulo?

"A Stefano. E nessun altro, volevo evitare che tutti anche in buona fede mi chiedessero notizie. Mio marito è stato fondamentale, perché quando una persona scopre di avere un tumore il ruolo della famiglia è molto importante"

Ha una bambina di 9 anni, come si è comportata con lei?

"Grazie anche al supporto psicologico del dottor Saverio Provenzale ho parlato con mia figlia dopo aver avuto il risultato del test genetico. Non ho detto la parola tumore, aveva solo 7 anni, e ha capito, per come può comprendere una bambina di 7 anni. E ha pianto. È stato prezioso il ruolo della scuola di Tonfano dove faceva la prima elementare. Ringrazio la scuola e il ruolo di altre mamme"

Come ha vissuto la chemioterapia?

"Grazie alla professionalità del personale del “Versilia“ direi bene e quando è finita per certi versi mi sono sentita sola. In questi due anni ho sempre vissuto la mia vita cercando di affrontarla con il sorriso e dando un valore diverso al tempo. Il tempo in Svizzera viene vissuto diversamente. Quando le cure lo hanno permesso ho anche contiunato a lavorare nella agenzia “My Golf Premium“ e un grazie va anche a loro per come hanni rispettato la situazione"

Quando ha perso i capelli?

"Ho deciso di utilizzare una parrucca perché molte persone giudicano con una sensibilità diversa. Mi sono affidata a un attività storica “Versilia Parrucche“ in via Fratti che ringrazio"

Quando sua figlia la ha vista senza capelli?

"Si è messa a ridere. E il tempo è passato"

Tre cose che vorrebbe sotto l’albero di Natale?

"Un cane. Una bottiglia di buon vino e la pace".

Crede in Dio?

"Certamente".