La luce in fondo al tunnel. La crisi della Perini Navi potrebbe essere veramente a una svolta. Il curatore fallimentare Franco Della Santa ha infatti fissato al 22 dicembre alle 15 nella sede storica della Perini Navi in via Coppino la terza asta per la vendita dell’ex colosso della nautica dichiarato fallito lo scorso gennaio con una sentenza del giudice del Tribunale di Lucca. La base d’asta è di 47 milioni di euro, più bassa rispetto ai 56 della seconda asta e in linea con le offerte che sono già giunte sul tavolo del curatore fallimentare.
Come si sa, nei giorni scorsi erano infatti usciti allo scoperto due importanti gruppi industriali interessati a rilevare la Perini. Si tratta di Italian Sea Group e di Restart, la joint venture paritetica tra Ferretti e Sanlorenzo, nata proprio per acquisire la Perini. la base d’asta è di circa il 25% più bassa rispetto al valore che era stato attribuito al cantiere navale sulla base di specifiche perizie tecniche. In particolare la somma di 47 milioni è la somma di una serie di valori: 17 milioni per il cantiere di Viareggio, 16 milioni per il cantiere della Spezia, un milione per il compendio mobiliare, 1,5 milioni per un’imbarcazione in costruzione, 9 milioni per il prestigioso marchio conosciuto in tutto il mondo.
Per partecipare all’asta le aziende interessate (le due già uscite allo scoperto ed eventualmente altre) dovranno versare 8 milioni di euro e presentare un’offerta entro il 21 di dicembre alla cancelleria fallimentare del Tribunale di Lucca.
Nel bando dell’asta, il curatore fallimentare Franco Della Santa ha posto come condizione irrinunciabile il mantenimento della forza lavoro. "L’offerente – si legge nel bando – dovrà impegnarsi ad acquisire come previsto dalla legge, tutti i lavoratori dipendenti (dirigenti, quadri, impiegati, operai ed apprendisti) in forza presso la Perini Navi dalla data di efficacia della cessione in favore del soggetto che risulterà aggiudicatario nella presente procedura competitiva, alle condizioni salariali e normative previste dal contratto nazionale di lavoro e alle condizioni dei contratti individuali attualmente applicati alla Perini Navi". Ricordiamo che in Perini sono rimasti una settantina di lavoratori (fra i cantieri di Viareggio e Spezia – la maggior parte dei quali sono impiegati. Da quasi un anno, da quando cioè il cantiere è fallito, sono in regime di cassa integrazione. Per loro l’acquisizione del cantiere potrebbe veramente rappresentare la fine di un incubo.
Le forze sindacali nei giorni scorsi hanno valutato positivamente l’arrivo di due importanti gruppi industriali interessati a rilevare la Perini Navi. Giudicano con favore il fatto che si siano fatti avanti due gruppi industriali con una collaudata esperienza nel mondo della nautica da diporto. Ma allo stesso tempo chiedono garanzie sui progetti futuri, sui piano industriali e di rilancio dell’attività ferma ormai da un anno. Perché solo da questo, hanno ribadito i sindacati, dipende il futuro di un polo industriale come la Perini e di centinaia di lavoratori che gravitano attorno a questo cantiere. Dopo l’aggiudicazione all’asta si aprirà, insomma, tutta un’altra partita.
Paolo Di Grazia