DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

La Piccola Atene piange Botero. Una simbiosi lunga quarant’anni. Dal Guerriero ai celebri affreschi

L’artista era cittadino onorario dal 2001. La commozione di Mallegni: "Sarà per sempre uno di noi". Nell’album dei ricordi la mostra in piazza Duomo, il buen retiro alla Rocca e il lavoro con le fonderie.

La Piccola Atene piange Botero. Una simbiosi lunga quarant’anni. Dal Guerriero ai celebri affreschi

La Piccola Atene piange Botero. Una simbiosi lunga quarant’anni. Dal Guerriero ai celebri affreschi

In città la vera magia era incontrare Fernando Botero al bar o al ristorante come fosse un Mario Rossi qualsiasi. Trattato alla pari dei pietrasantini come lui stesso chiedeva con quella straordinaria umiltà ed empatia che rese inevitabile il colpo di fulmine tra il celebre artista colombiano, scomparso ieri nella sua casa di Montecarlo all’età di 91 anni, e la Piccola Atene. A causa delle sue condizioni di salute da tempo, ormai, non veniva più in città, in cui aveva a lungo dimorato scegliendo come buen retiro la casa lungo via della Rocca. Era tornato il 31 maggio per l’ultimo saluto in Duomo all’adorata moglie Sophia Vari, sorretto dai figli per i suoi problemi di deambulazione. Ma quel giorno aveva alzato ancora una volta, emozionato, gli occhi per ammirare quella che per lui era più di una seconda casa.

Un legame nato nel 1983, dopo un lungo peregrinare tra Madrid e Parigi, e suggellato da almeno quattro momenti incisi nella storia sia di Botero che di Pietrasanta: nel ’92 la collocazione della scultura “Il Guerriero” in piazza Matteotti, nel ’93 la realizzazione degli affreschi nella chiesa della Misericordia in via Mazzini, nel 2000 la grande mostra in piazza Duomo in collaborazione con il gallerista Stefano Contini e l’anno successivo la cittadinanza onoraria conferita dall’allora sindaco Massimo Mallegni, tra l’altro lo stesso anno in cui fu assegnata anche a Igor Mitoraj. "Il mondo perde un grande artista – dice Mallegni – e Pietrasanta un amico oltre che un illustre concittadino. Botero e Pietrasanta erano, sono e saranno per sempre due elementi indissolubili. Lui e Sophia amavano la città in modo verace, ricordo quando andavano al bagno ’Rosina’ con la Nissan Micra rossa guidata da lei. La città non li identificava come vip inavvicinabili, ma li coccolava come concittadini e amici. Erano tutti riconoscenti per il grande lavoro portato alle botteghe artigiane. Hanno dato tantissimo dal punto di vista culturale ma anche economico". Pescando dall’album dei ricordi emerge di tutto: dalle opere forgiate in varie fonderie (Mariani, Versiliese, Del Chiaro, Da Prato, Tesconi) e laboratori di marmo (Cervietti) fino ai suoi luoghi del cuore come il bar Michelangelo e il ristorante Gatto Nero. "Se Pietrasanta, oggi, è quella culla d’arte e artigianalità che tutti nel mondo conoscono e apprezzano – è il ricordo del sindaco con delega alla cultura Alberto Giovannetti – è grazie all’amore di grandi personalità come Botero. La sua passione ha fatto crescere la nostra città in cultura e prestigio: ha dato tantissimo alla nostra terra, alle botteghe artigiane e sono certo che il ricordo e la gratitudine di questa comunità resteranno, immutate e imperiture, negli anni a venire".