DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

La ricetta dei Paladini Apuoversiliesi: "Marina di Carrara cambi così"

Dibattito sugli approdi, la presidente Colacicco: "Serve un nuovo porto turistico sul modello francese"

Orietta Colacicco è la storica presidente dei Paladini Apuoversiliesi

Orietta Colacicco è la storica presidente dei Paladini Apuoversiliesi

Un nuovo porto, rivisitato e riqualificato, da destinare in gran parte al turismo. Più una sezione per il commerciale da contenere però al minimo, altrimenti l’erosione della costa galopperà ancora. È da una vita che la proposta di rivedere il porto di Marina di Carrara viene lanciata urbi et orbi dai Paladini Apuoversiliesi, ma secondo la storica presidente Orietta Colacicco il momento è adesso visto che da giorni La Nazione sta affrontando il tema del turismo di mare suscitando il dibattito. Vedi l’appello della "Spartivento", azienda romana con base toscana a Marina Cala de’ Medici (Livorno). In replica a un editoriale della nostra vice direttrice Cristina Privitera l’amministratore unico Stefano Pizzi ha rilanciato la necessità di più ormeggi. Ma Colacicco non è d’accordo.

Cosa c’è che non va?

"Quello che dice Pizzi lo sosteniamo anche noi. Ma la soluzione c’è già: il porto di Marina di Carrara. Piccolo per dimensioni per essere commerciale, grande per un porto turistico. Nel 2018 abbiamo chiesto al nostro socio Tiziano Lera, architetto, urbanista e artista, di abbozzare l’idea puntando sulla conversione del porto da commerciale, con una parte destinata al turistico, in turistico con una parte per il commerciale. Senza nessun ampliamento, che porterebbe un incremento dell’erosione, causata dal porto a partire dagli inizi della sua realizzazione negli anni ’20 e ’30".

È il vostro cavallo di battaglia.

"L’erosione ha danneggiato, danneggia e danneggerà tutta la costa. L’hanno detto 59 scienziati di tutto il mondo e tuttora si sta studiando perché la situazione è gravissima. In alcuni punti della costa apuana si sono persi anche 150 metri, a Vittoria Apuana è sempre più evidente lo scalino disagevole per entrare in acqua. Il fenomeno è approdato a Forte dei Marmi e sta assediando persino l’area nord di Marina di Pietrasanta. Con tutto questo si parla dell’ampliamento del porto di Marina di Carrara: nel giro di 10-20 anni sparirebbe tutta la costa".

È 25 anni che si parla di ampliare il porto, a che punto siamo?

"Il primo progetto fu bocciato nel 2001 dai Ministeri dell’ambiente e della cultura e un altro del 2015 non si sa che fine abbia fatto. L’ultimo, il nuovo Piano regolatore portuale, è sotto la lente e se ne parla dal 2018. Come riportato anche dal vostro giornale, è stata chiusa la Valutazione ambientale strategica il 1° agosto 2024 e il decreto dice di fare attenzione a non produrre altra erosione. Stiamo aspettando anche il parere del consiglio superiore dei lavori pubblici, forse questa primavera".

Ci illustri il vostro progetto.

"L’architetto Lera ha ideato uno spazio adeguato in cui realizzare una marina come quelle che ci sono in Francia, perché da Roma fino alla Costa Azzurra non esiste un approdo del genere. E per turistico noi intendiamo anche i cantieri navali, con il trave lift, charter, il diporto, le navi da crociera, certamente di dimensioni ridotte e posizionate nella fascia altissima di mercato, dove le navi hanno dimensioni più contenute".

Con quali effetti?

"Solo così sarà possibile l’ingresso e l’uscita senza creare problematiche di dragaggio, inquinamento, e solo così si creerà ricchezza, attraendo un pubblico scelto, raggiungendo un livello di immagine elevatissimo per tutta la costa da Carrara, a Massa, Montignoso, Forte dei Marmi, sino a Pietrasanta. È il momento delle scelte. Si tratta dell’avvenire di tutta la costa, la cui economia turistica vale 3,5 miliardi di fatturato all’anno e occupa almeno 100mila addetti. Un porto turistico, una marina, significa grande ricchezza e più lavoro per tutti".

Daniele Masseglia