"La Rsa non era un lager". Assolta dopo cinque anni

La titolare dell’attività era accusata di maltrattamenti sugli anziani ospiti dalla struttura

L'avvocato Andrea Brazzini

L'avvocato Andrea Brazzini

Viareggio, 22 giugno 2024 – È cominciato tutto da una serie di accertamenti di natura amministrativa, che svelarono mancanze autorizzative e carenze strutturali in quella tipica casa viareggina trasformata in residenza per gli anziani. Per questo, con ordinanza sindacale, la struttura fu chiusa.

Ma a seguito di quelle verifiche la titolare dell’attività, una 62enne originaria della Campania ma residente in città da molti anni, venne travolta da pesanti accuse penali, e rinviata a giudizio nel 2019 per i reati di maltrattamento degli anziani ospiti, abbandono, ed esercizio abusivo della professione medica. Dopo cinque anni, la prima udienza si è tenuta nell’aprile del 2020, la donna, difesa dagli avvocati Enrico Carboni e Andrea Brazzini, è stata assolta da tutte le accuse dal giudice del tribunale di Lucca Felicia Barbieri.

Fondamentali si sono rivelate le numerose testimonianze dei familiari degli ospiti rese durante il dibattimento. "Testimonianze grazie alle quali – spiegano i legali incaricati della difesa, Carboni e Brazzini – è stato possibile chiarire che il clima all’interno di quella residenza per anziani era tutt’altro che infernale – nell’ordinanza di rinvio a giudizio la Procura denunciava di vessazioni, tali da causare sofferenza, privazioni, umiliazioni – ma era invece estremante familiare e premuroso".

E benché la struttura avesse, effettivamente, delle carenze strutturali, arredi semplici e camere spartane, "gli ospiti venivano seguiti, curati, e accompagnati nelle loro giornate".

Ed è proprio sulle dichiarazioni rese dei familiari degli anziani ospiti che si è concentrata l’arringa difensiva. Il figlio di una donna, Maria, ha dichiarato: “Figuriamoci, quando è andata via si è messa a piangere. E vuole tornare da S“. Un altro, sempre a proposito della madre, ha aggiunto che “in questa struttura fece un cambiamento non bello, di più, di più. Veniva trattata benissimo...“. La figlia di Mario, anche lui anziano ospite della residenza, ha dichiarato che il padre “Si trovava benissimo. Me l’hanno rimesso in vita“.

«A seguito di doverose verifiche, vista la delicatezza del contesto, ovvero la cura degli anziani – concludono gli avvocati Carboni e Brazzini – è stato possibile chiarire che quella struttura non era affatto un lager, e che la nostra assistita non ha compiuto le condotte criminose di cui era stata accusata".

Martina Del Chicca