PAOLO DI GRAZIA
Cronaca

La satira secondo Veltroni: "Oggi non ha più senso. Politici meno autorevoli"

Ieri ha visitato la mostra allestita alla Gamc di cui lui è uno dei curatori "Il Carnevale è un momento di gioia in mezzo a un periodo buio e cupo".

Walter Veltroni accanto a una storica caricatura di Mao in cartapesta

Walter Veltroni accanto a una storica caricatura di Mao in cartapesta

Ad accoglierlo sulle scale del Palazzo delle Muse c’era Marcello Lippi. Venuto a visitare la mostra "Secoli di satira" e per incontrare uno dei curatori, Walter Veltroni, suo amico di vecchia data. "E’ stato un piacere enorme abbracciare di nuovo Marcello – ha detto Veltroni – perché è una persona straordinaria e perché si deve soprattutto a questo vostro concittadino se milioni di italiani si sono riversati in strada con una bandiera".

Accompagnato dalla presidente della Fondazione Carnevale Marialina Marcucci e dall’assessore alla cultura Sandra Mei, Veltroni ha visitato la mostra allestita alla Gamc di cui è uno dei curatori.

Che idea si è fatto del Carnevale di Viareggio? "Credo che sia un mondo a parte, un universo parallelo rispetto alla realtà che viviamo. Un po’ come accade per il campionato di calcio e il Festival di Sanremo. Qui c’è un po’ di sana follia, un mondo dove coesistono perfettamente l’elemento ludico e la grande passione popolare. Il grande merito di oggi del Carnevale è che ti impone di uscire fuori in mezzo alla gente, mentre le persone abitualmente stanno chiuse in casa, chine sul telefonino".

Ha visto i carri quest’anno? "In televisione. Raccontano anche un momento di gioia collettivo in mezzo a un periodo buio e cupo, di ansie e paure. I carri sono formidabili, un mix di talento e creatività da una parte e di alta ingegneria dall’altra".

Veniamo alla mostra. Da dove vogliamo partire? "Intanto dal fatto che il Carnevale rappresenta la storia del mondo. Non fa vedere solo quello che accade, ma riesce a mostrare i processi sotterranei della società. In questo ampio contesto abbiamo scelto un particolare punto d’osservazione".

Che è quello della satira politica? "Esatto. In fondo il Carnevale è satira e rappresentazione del grottesco".

Che impressione le fa visitare questa "sua" mostra? "Anche di tristezza, se vogliamo. Perché la politica di oggi non ha più quell’autorevolezza che ha avuto dagli anni Cinquanta fino al 2000. Un’autorevolezza riconosciuta e che meritava di essere presa in giro. Oggi, forse, non ne vale neanche più la pena. Purtroppo i politici si prendono in giro da soli quando parlano. Non c’è bisogno della satira e del Carnevale".

La sezione della mostra che ha curato direttamente è quella in cui i carristi di oggi hanno realizzato un bozzetto come se lo avessero fatto nel periodo della guerra. Da che nasce l’idea? "Dal voler tappare un buco. Quello era un periodo in cui per ovvie ragioni il Carnevale non venne fatto. Ma era anche un periodo che meritava di essere raccontato con il linguaggio che abbiamo adesso. Ed è venuto fuori un lavoro interessante. In fondo questa è la grande novità: abbiamo esposto ciò che non c’era".

Che rapporto ha con la satira? E’ mai stato rappresentato su un carro di Viareggio? "Certo, varie volte. E non mi sono mai offeso. Anzi, la satira serve a farti vedere allo specchio le tue imperfezioni, i tuoi difetti".