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La scomparsa di Silvano Tartarini. L’inventore dell’azienda Stile Luce

Se n’è andato a 77 anni un uomo amante della poesia e con tante esperienze nei teatri di guerra

La scomparsa di Silvano Tartarini. L’inventore dell’azienda Stile Luce

E’ stato uno spirito libero, intriso di ideali e con quella irrefrenabile passione per la poesia. A 77 anni se n’è andato Silvano Tartarini, personaggio cosciutissimo in Versilia per aver lanciato l’azienda Stile luce, attualmente portata avanti dai figli Simone e Tommaso. Nato a Forte dei Marmi da una delle famiglie storiche del paese, Silvano era figlio di Armando detto Fortù, uno dei fondatori della società di Hockey di cui fu presidente. Sposato giovanissimo, nel 1972 ha iniziato l’attività di costruzione lampadari in via Alpi Apuane a Querceta come Artigiana Luce, poi l’avvio del primo negozio sull’Aurelia a Querceta e nel 1978 il trasferimento in via Pisanica a Pietrasanta e, nel 2005, nell’attuale sede al Portone. Tartarini è riuscito con lungimiranza a far crescere un’idea artigianale dedicata alla vendita per i negozi di elettrodomestici in vera impresa. Fortemente ancorato agli ideali di sinistra (da giovanissimo ha militato anche nelle file di Lotta Continua), Silvano Tartarini per sua scelta non ha mai aspirato a incarichi ma ha messo a disposizione la sua energia trasformandola in azioni solidali e socio umanitarie. Ha infatti collaborato con Carlo Cassola, fondatore della Lega per il disarmo unilaterale, partecipandi a tanti teatri di guerra per portare aiuti umanitari: è stato militante pacifista in Iraq durante la Guerra del golfo e in Serbia nel pieno dei bombardamenti Nato.

Tartarini dai 18 anni si è dedicato anche all’attività letteraria scrivendo poesie ed è stato finalista del Premio Carducci. Da metà anni Novanta quell’amicizia stretta con Malio Cancogni è stata per lui fonte di potente ispirazione, tanto da dedicargli, nel 2009, il libro "Omaggio a Manlio Cancogni". Silvano Tartarini da tempo aveva problemi di salute e dopo un lungo ricovero in ospedale proprio quel cuore vivace che l’aveva fortemente animato in vita, l’ha tradito. Lascia i cinque figli Simone, Tommaso, Guido, Fausto e Marta, i nipoti e i fratelli Giuseppe e Maurizio. La camera ardente è allestita alla casa funeraria La Piramide; oggi alle 17,30 l’ultimo saluto con una commemorazione e la lettura di alcune sue poesie. "Ringrazio i medici dell’ospedale Versilia e della Fondazione Monasterio – commenta il figlio Simone, membro del cda di Gaia ed ex assessore – che hanno fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per mio padre".

Francesca Navari