DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

La sicurezza a Viareggio. Polizia in trincea: "Noi li arrestiamo, tre giorni e tornano"

Parla il vicequestore Luigi Larotonda: "Non esiste l’emergenza I dati raccontano che i reati sono in linea con gli anni passati"

Tanti episodi di criminalità a Viareggio

Tanti episodi di criminalità a Viareggio

Viareggio, 20 agosto 2024 – Tra video di risse in vari angoli della città e appelli (bipartisan) delle forze politiche che si spingono a chiedere l’impiego dei militari, è chiaro che, mai come quest’anno, a Viareggio e Torre del Lago stia dilagando una sensazione diffusa di insicurezza. Se ne parla al bar, nelle chat, sotto l’ombrellone: un giorno il tema è lo spaccio, quello seguente le rapine, poi le baby gang. Ma se guardiamo ai dati sui reati, quale fotografia della città ci viene restituiita? Ne abbiamo parlato con il dirigente del commissariato di polizia di Viareggio Luigi Larotonda.

Luigi Larotonda
Luigi Larotonda

Dottor Larotonda, questa sensazione di insicurezza è giustificata?

"Si tratta di una percezione. I dati in nostro possesso dicono che la quantità dei reati commessi sul territorio è in linea con il trend stagionale degli anni passati. A differenza di quanto viene raccontato, non si registra in questo centro un aumento esponenziale dei fatti criminosi per quantità e qualità".

Si parla spesso del personale a disposizione delle forze dell’ordine. I rinforzi estivi sono sufficienti?

"Ogni anno, riceviamo potenziamenti dell’organico per intensificare i servizi di controllo nelle aree particolarmente sensibili. E quest’estate non ha fatto eccezione".

Condivide la preoccupazione per le baby gang?

"Come ho già avuto modo di affermare, non esistono baby gang in questa zona: sono gruppi di minorenni che si accompagnano a ragazzi più grandi, tra i 18 e i 20 anni, e che fanno qualche bravata. Le risse di cui tanto si è parlato derivano da cause estemporanee, e non dalla precisa volontà di gruppi organizzati di commettere reati contro il patrimonio o contro le persone".

Cosa può fare il territorio, inteso come amministrazioni e cittadinanza, per contribuire alla sicurezza della città?

"Quello che ci interessa è avere più occhi possibile. La collaborazione con le forze dell’ordine si traduce in segnalazioni rapide e nelle testimonianze: anche il particolare che il cittadino può ritenere più irrilevante, per noi può risultare prezioso".

Assodato che il volume dei reati è in linea con le passate stagioni, da qualche settimana i riflettori sono puntati sulla Marina di Torre del Lago. Che ne pensa?

"Rispetto agli anni passati, i fatti delittuosi sono in calo. È chiaro che in certi momenti, e soprattutto in determinate fasce orarie, occorre prestare un’attenzione supplementare per la presenza di personaggi che arrivano sulla costa nel momento clou della stagione. Ma non è niente di diverso da quello che succedeva gli anni passati".

Un’altra forte preoccupazione riguarda lo spaccio, soprattutto in Pineta. Qual è la temperatura del fenomeno?

"È chiaro che quando si crea una piazza dello spaccio è perché si incontrano domanda e offerta: è una regola del mercato. Per quanto riguarda la Pineta di Ponente, l’attenzione delle forze dell’ordine è costante e l’attività repressiva ha cadenza quotidiana. Il problema sorge nel momento in cui noi arrestiamo una persona e dopo pochi giorni torna in libertà e riprende la sua attività di spaccio. Ecco, in questo caso capisco la percezione di insicurezza del cittadino che vede sempre le stesse figure e immagina che non si faccia niente per allontanarle, quando è vero il contrario: noi gli spacciatori li arrestiamo, ma dopo tre giorni tornano liberi e si rimettono a fare le solite cose".