di Gaia Parrini
Il primo calcio, la prima racchetta impugnata, i primi salti e pirouette, il primo canestro. Sono le prime volte che scrivono, tratteggiano e segnano gli inizi di storie d’amore, amicizie e vocazione, di vita e di sport.
Storie che cominciano così, a volte per caso, incitati dai genitori ad avviarsi ad un’attività sportiva, a volte trascinati dagli amici, o altre ancora spinti da una curiosità, naturale, per una determinata attività tra palestre, campi da calcio, tennis, basket o scuole di danza. Portando avanti passioni, spesso divenuti lavori, che quei bambini, una volta adulti, custodiscono, con sudore, fatica, amore e sacrifici. Come quelli fatti, a livello economico e di costi, dai genitori e dalle famiglie per abbracciare le inclinazioni dei figli e favorire il loro movimento fisico.
Perché l’attività fisica, che porta con sé vantaggi per la salute, la socialità e la formazione di bambine e bambine, che proprio in quegli anni cominciano a formarsi, comprende anche un impegno di spese e quote, che varia da sport a sport, come nei casi specifici, e anche da società a società.
Nel caso dell’hockey su pista, ad esempio, dopo un iniziale accesso gratuito all’impianto, per dare il tempo al bambino di capire o meno l’interesse reale per lo sport, un primo step di iscrizione è di 30 euro al mese, che sale ai 50, per gli Under 19, con il passaggio all’agonismo, con l’assortimento, nei primi anni, da parte delle società, di pattini, protezioni e stecche iniziali, con un ricambio di materiali tra grandi e piccoli. Un set che, da zero, andrebbe a costare, tra stecca, pattino, parastinchi, guanti, ginocchiere, caschetto e sospensorio, complessivamente intorno ai 430 euro.
Una cifra che si aggira su numeri simili anche per il mondo del calcio, sui 480 all’anno comprensivo di kit da allenamento e per le gare ma non comprendenti, spesso, parastinchi e scarpette, il cui prezzo è sui 50 euro per bambino, e che varia dalla fascia economica, sui 70-100 euro, a quella media, fino ai 160, e quella “top“, dai 220 ai 300 euro, per gli adulti. E per un mercato, quello dell’abbigliamento calcistico, che, anche al di là dell’agonismo, vede la vendita di moltissime maglie di squadre, italiane come straniere, che costano 100 per i grandi e 75 per i bambini.
Sempre sulla linea di sport di squadra, il minibasket, aperto a bambini e bambine, prevede una quota mensile di 50 euro, con la successiva entrata nell’agonismo, che prevede il tesseramento alla federazione e l’assicurazione garantita, cui si aggiunge la spesa dei completini e delle scarpe, rispettivamente sui 25 e 50 euro.
Dal canestro alla sbarra, per la ginnastica il costo è di 50 euro al mese, comprensivo di strumenti e del kit di allenamento, e con l’aggiunta di 15 euro a gara; e le lezioni di danza, variabili a seconda delle scuole, possono costare 150 euro al mese, con 8 lezioni a settimana, tra classica, contemporanea, e modern, e lezioni private, queste ultime in molti casi non incluse nel prezzo.
Sulla terra rossa i corsi di tennis si aggirano intorno ai 70-80 euro al mese, con due lezioni a settimana; poi ci sono la spesa per la racchetta, dai 30 ai 100 euro, l’abbigliamento e le scarpe, sugli 80, e la partecipazione ai tornei, della durata di circa una settimana, della cifra di 20 euro.
Spostandosi tra le bracciate, e il cloro delle piscine, all’interno di strutture e circoli sportivi, a colmare il vuoto di una struttura comunale in ricostruzione, i corsi di nuoto variano dai 50 euro mensili, con una lezione settimanale, fino ai 110 con 3 nuotate settimanali e la possibilità di usufruire, con 35 euro a volta, di insegnamenti e corsi privati.