Dalla “Casina dei Ricordi“, dove i familiari delle vittime della strage ferroviaria si incontrano ogni 29 del mese. Da 184 mesi ormai, "per non dimenticare". Proprio da questo luogo fisico e simbolico, che alle porte di via Ponchielli custodisce la storia e le storie del 29 giugno 2009, l’associazione “Il mondo che vorrei“ lancia un appello alla giustizia. Che la città invoca, e ancora attende, dopo oltre quindici anni.
"Siamo ancora qua – ha detto la presidente Daniela Rombi, di fronte alla “Casina“ insieme ai familiari perché il procedimento penale per la strage di Viareggio non è ancora terminato: è necessario l’Appello Ter, un sesto grado di giudizio, per ben quantificare le pene dei colpevoli". Per il momento il Tribunale non ha ancora fissato la prima udienza, e Rombi chiede allora "Dove si trovano le motivazioni delle seconda sentenza di Cassazione (pubblicate a luglio), dove viene sancita e ribadita la responsabilità degli imputati. Sono arrivate a Firenze? Oppure sono sempre a Roma, nascoste in un cassetto?". Un preoccupazione lecita, dato che affinché gli atti del processo di Appello bis arrivassero a Roma, in Cassazione, ci vollero cinque mesi (dopo il termine per il deposito dei ricorsi) e imponenti sollecitazioni. "Sappiamo bene che nel prossimo Appello in nostri avvocati non avranno voce in capitolo, ma noi – aggiunge Rombi – ci saremo comunque per vigilare. Perché la cosa ci riguarda ancora, perché non è ancora finita, e noi vogliamo, e dobbiamo vedere la fine". Infine l’appello: "Mettete queste motivazione su un treno ad alta velocità per Firenze, basta giocare con i morti".