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La tragedia del Bayesian affondato: "Eravamo orgogliosi di quella nave"

L’ex operaio di Perini Navi Riccardo Martinelli ricorda la costruzione del veliero inabissato in Sicilia

Il «Bayesian», varato da Perini navi nel 2008 e affondato vicino a Palermo

Il «Bayesian», varato da Perini navi nel 2008 e affondato vicino a Palermo

"Mi chiedevo come avesse potuto rompersi un albero così. Poi ho letto che non si è spezzato, come era stato detto in un primo momento. Eravamo orgogliosi di quell’albero, lo vedevamo crescere giorno per giorno: il più alto in alluminio al mondo". Così Riccardo Martinelli (nella foto in alto), 75 anni, ex operaio alla Perini ed ex delegato per la Fiom nel cantiere nautico toscano, ricorda la costruzione dell’albero del Bayesian, il veliero affondato a Porticello, vicino a Palermo, dopo una tromba d’aria.

Fu uno dei dipendenti, racconta, che realizzò la struttura in alluminio "Per tirarlo su fu costruito un capannone speciale – ricorda Martinelli, che vive a Torre del Lago –; veniva lavorato in sbieco, cinque metri di lamiera per volta che veniva raddoppiata e saldata, per poi inserire la parte elettronica. Un lavoro che vide impegnate tre persone per quattro mesi, per fare la parte in alluminio. Ci vollero poi delle gru speciali per metterlo sopra la barca; il piazzale rimase bloccato giorni".

All’epoca del varo del Bayesian, che nel 2008 uscì dai cantieri Perini col nome di ’Salute’, "eravamo oltre cento, si facevano tre o quattro barche all’anno". E quando lo storico marchio è fallito, "c’erano 60 barche Perini a giro nel mondo. Da fuori potevano anche sembrare tutte uguali ma gli interni erano di un lusso che le contraddistingueva". Tutto, ricorda sempre Martinelli, era stato iniziato per hobby da Fabio Perini, oggi 84enne, originario di Vorno, in provincia di Lucca, "non un ingegnere ma un buon meccanico tornitore".

La sua fortuna era legata all’invenzione di macchinari innovativi per il settore cartario. Poi la nautica "Cominciò con un 25 metri in vetroresina – ricorda Martinelli – andato poi al principe Ranieri di Monaco". Perini navi diventa poi leader nel settore dei megasailer, le grandi navi a vela e "vince tanti premi". Di problemi, alle imbarcazioni uscite dai cantieri, Martinelli non ne ricorda, "anche quando si faceva la manutenzione, ogni quattro o cinque anni: mai successo nulla". Soltanto in un caso "uno dei velieri, il Legacy, ha avuto l’albero spezzato. Ma perché finì in mezzo a un tornado in America e il problema furono le sartie". L’imbarcazione, un 48 metri, nel 2005 finì nel mezzo dell’uragano Wilma in Florida. Fu trascinato sui banchi di sabbia, senza più albero, e non affondò.

DanMan