Un maxi-progetto che non esclude però il rischio alluvioni e allagamenti. È una bocciatura senza appello quella che vede alcune associazioni ambientaliste contestare con forza il piano da 4 milioni di euro del Genio civile finalizzato a sistemare le arginature del Lago di Porta e a rivedere il collegamento con alcuni corsi d’acqua. Il "no" è conden in una lettera congiunta firmata da Bruno Giampaoli (Italia Nostra), Francesco Rossi (Legambiente Massa-Montignoso), Riccardo Cecchini (Legambiente Versilia) e Nadia Pesetti (Amici della Terra Versilia). "I progettisti, nelle loro controdeduzioni alle nostre osservazioni – scrivono le associazioni – non escludono, e anzi ammettono, la possibilità che anche dopo gli interventi il fiume Versilia in piena possa sormontare gli argini a valle del lago e provocare conseguenti allagamenti, specie al Cinquale o a Forte dei Marmi. Mentre accettiamo la parte che riguarda il rialzo degli argini, disapproviamo la logica del progetto che introduce una paratoia allo sbocco del Rio Strettoia che non risolve il rischio di alluvione".
Nel mirino degli ambientalisti c’è soprattutto l’assenza sia di risposte alla loro osservazione sul rischio allagamenti degli abitati a valle sia dei dati richiesti in merito ad esempio al volume accolto nel lago durante gli eventi critici di piena, l’altezza della punta di piena e la sua durata, il funzionamento della soglia nelle fasi di ingresso e di rigurgito, i tempi di rilascio dal lago e altro ancora. "Senza questi dati – proseguono infatti le associazioni – il progetto dimostra la sua inconsistenza. Ci sono tante cose che non tornano: col tempo riusciremo forse a capirle, ma ad oggi non abbiamo nessuna remora a dire chiaramente al presidente della Regione Giani che non siamo per nulla soddisfatti del comportamento dei suoi organi tecnici, ossia Genio civile e Consorzio di bonifica, che hanno insistito. Insistono a spendere milioni di euro su progetti assurdi e tecnicamente insostenibili anziché intervenire su aspetti che necessitano di minor spesa e migliori risultati. Ad esempio – concludono – l’estrazione dei materiali litoidi dal sovralluvionamento del fiume Frigido, la cassa di espansione alla Buca degli Sforza per il Canalmagro, l’eliminazione delle tombature nel reticolo Ronchi-Poveromo, i ravaneti spugna nel bacino del Carrione e una piccola idrovora dal Calatella a mare al Ricortola".