Un centinaio di "invisibili" vive in città. Senza un tetto sopra la testa, senza la sicurezza di un pasto caldo. Oggi cade l’8ª Giornata mondiale dei poveri. Per l’occasione, la Consulta diocesana degli organismi socio-assistenziali – che tra le sue finalità ha anche quella di "denunciare eventuali discriminazioni ai danni dei più deboli" – vuole "riportare all’attenzione la realtà la realtà dei poveri che sono sotto gli occhi di tutti – si legge in una lettera sottoscritta dai membri della Consulta –, che incontriamo ogni giorno nelle strade delle nostre città e che ci interpellano con la loro presenza".
"I poveri che vivono nella nostra diocesi sono molti – rimarca la Consulta –, basti pensare che solo a Viareggio, a titolo di esempio, sono circa un centinaio i senza fissa dimora, con problemi di dipendenza, di mancanza di un posto dove poter dormire se non all’aperto, seduti lungo le strade in condizioni disumane in attesa di qualche moneta. Le strutture di accoglienza però sono ancora poche sul territorio. Occorre che le istituzioni, con il supporto di tutti i cittadini, provvedano a trovare soluzioni per queste persone e per molte altre che forse non sono state neppure censite".
A fronte di questa situazione, i membri della Consulta Diocesana vogliono "affermare con forza la dignità del povero come persona umana. Non siamo davanti a soggetti senza una storia, senza un’esistenza vissuta anche se con scelte talora sbagliate: quelli che incontriamo quotidianamente sono persone che hanno un loro passato, una vicenda che entra prepotentemente nel quotidiano di ognuno di noi e ci chiede di farcene carico. Accade, invece, che i poveri vengono emarginati e scansati perché danno fastidio ed interrompono il quieto vivere che si adagia in una vita pulita, ordinata, tranquilla. È meglio fingere che non esistano, passare oltre e girare il volto da un’altra parte".
Papa Francesco nel messaggio per questa giornata dice: "La mentalità mondana chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare ricchezza. Che triste illusione. La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri". Al contrario, dice Francesco, "occorre essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che esse possano integrarsi pienamente nella società".