L’amore intonato di Mezzanotte. Mina e l’omaggio alla Versiliana

L’ex Matia Bazar presenta lo show ambientato durante l’ultimo concerto della Tigre di Cremona nel ’78

È stato con un "messaggio d’amore, di poche parole" che i Matia Bazar, e l’ex voce solista, Silvia Mezzanotte, trionfarono al Festival di Sanremo del 2002. Ed è sempre con un messaggio, una storia e un omaggio, d’amore, a Mina, e a quell’ultimo live del 1978 a BussolaDomani, con cui Silvia Mezzanotte, con “Vorrei che fosse amore“, salirà stasera sul palco della Versiliana.

Silvia, che effetto le fa esibirsi a poca distanza dalla BussolaDomani?

"Celebriamo Mina attraverso le canzoni che raccontano la storia d’amore di due ragazzi che nasce durante l’ultimo concerto. Proporlo alla Versiliana, a due passi dalla Bussola, fa tremare i polsi, quanto affrontare il repertorio di Mina".

Ha accettato subito il ruolo?

"Ho impiegato due anni a decidere, poi ho capito come affrontare con impegno il ruolo, come Silvia, con la mia vocalità, che racconta Mina, lontana da cover band e scimmiottamenti".

Cosa rappresenta per lei Mina?

"È sempre stata un mito, una grande avanguardista. Fino a quando è rimasta in scena è stata un’icona per tutte le donne, da come si vestiva a come si truccava, e quando ha deciso di uscire di scena è diventata un’icona, irraggiungibile e immortale, restando al passo con i tempi. Ha saputo trasformarsi prima di tutti gli altri, dalle copertine dei dischi ai duetti, da Celentano a Blanco".

Con lo spettacolo celebrate l’amore...

"Non esiste una storia d’amore che non sia stata raccontata da Mina, storie che si trovano, si incontrano, si lasciano. Affronterò un repertorio difficile, ma sarò accompagnata da un’orchestra di donne, in una storia che si attacca al cuore, perché dal ’78 si arriva ai giorni nostri. E alla fine dello spettacolo si è riso, pianto, ascoltato e cantato brani che per noi sono intramontabili, pezzi di cuore".

Se dovesse sceglierne una, di canzone?

"Ce ne sono tante, che ho elaborato a mio modo. “Io, domani“, ad esempio, permette di sviluppare la vocalità ed è un fulcro dello spettacolo. Anche “Amore unico amore“, che abbiamo elaborato a due voci, con Beatrice Baldaccini, attrice protagonista, cercando di far capire l’amore inteso da due donne di diverse generazioni".

Cosa serve per interpretare Mina?

"Una fortissima personalità, perché il paragone è inevitabile. Serve qualità, capacità tecnica e una certa esperienza: aver sbattuto la faccia a terra ed essersi rialzato".

È un aspetto che manca alle nuove generazioni?

"Credo che stiano tornando il talento e le belle voci, come Annalisa, Angelina Mango, Marco Mengoni, che la usano in maniera moderna e dimostrano che non è necessario usare l’autotune. Io mi sono sposata con l’intonazione, la voce va trattata con cura, e con etica. La musica, io credo, inoltre, che andrebbe visionata da una commissione, perché non sempre i giovanissimi hanno strumenti per capire certe frasi, violente, e si ritrovano a canticchiare cose senza avere ragionato su quello che davvero significano".

Cosa direbbe ai giovani che vogliono fare della musica il loro futuro?

"Di andare a lezione, perché serve prima di tutto la base tecnica. Poi serve una cosa fondamentale: la capacità di andare a fondo, comprendere un testo, tradurlo e capire l’emozione dentro le parole. Perché la personalità è formata dalle opinioni,e quest’ultime dallo studio e dall’approfondimento".

Gaia Parrini