REDAZIONE VIAREGGIO

L’amore oltre il dolore. La città ricorda Matteo

Valenti morì sul lavoro a 23 anni "Per te abbiamo provato a cambiare il mondo. Ma non ci siamo riusciti...".

Sopra, la commemorazione di ieri sera Sotto, una bella foto di Matteo Valenti

Sopra, la commemorazione di ieri sera Sotto, una bella foto di Matteo Valenti

Vent’anni. E chissà se i suoi capelli oggi si sarebbero tinti d’argento, come quelli di suo padre Lirio. E quante sorrisi ancora avrebbe rubato a sua madre, Gloria. Se da un amore immenso sarebbe arrivato un bambino, per chiamarlo “Papà“. Chissà che strada del mondo avrebbe preso, che vita avrebbe costruito, quali sogni avrebbe fatto e risfatto, che lavoro avrebbe scelto Matteo Valenti... Se il lavoro, vent’anni fa, non l’avesse ucciso. Quando Matteo aveva solo 23 anni, ed era un apprendista della Mobiloil.

Certamente Matteo avrebbe avuto una famiglia grandissima, allargata a tutti gli amici che non l’hanno mai dimenticato. E che insieme a suo fratello Giacomo, su spinta di Stefano Santini, hanno realizzato il sogno del “Beach Stadium Matteo Valenti“, dove dal dolore è germogliata una speranza e dove lo spirito felice di quell’eterno ragazzo vive ancora. Come nel profilo della statua realizzata da Libero Maggini, che guarda il tempo scorrere dalla banchina del Lungocanale. Lì dove ieri sera la grande famiglia di Matteo si è ritrovata. "Vent’anni fa Matteo è scomparso dalla nostra casa – ha scritto Gloria Puccetti, sua madre – , dalla nostra tavola, dal nostro giardino, dalla sua camera, dal percorso naturale della vita. E la sua scomparsa è entrata violentemente nella vita di tutti noi, come collettività, perché i morti sul lavoro continuano a ritmo incessante, sotto lo sguardo indifferente di ogni classe politica... Noi ci abbiamo provato a cambiare la storia – battendosi con la Fondazione per la prevenzione –, ma non ci siamo riusciti".