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L’Anac gela RetiAmbiente: "Dovete consegnare i verbali del Cda sul caso Sea al Comune di Viareggio"

La risposta ad un parere richiesto dalla stessa società dopo le obiezioni del sindaco. Il collegio sindacale avrebbe presentato un esposto contro la revoca dell’amministratore.

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La vendetta è un piatto da gustare freddo. Se poi dipende da un giudizio, la pietanza può apparire congelata. Ma la decisione dell’Anac, che contro RetiAmbiente ha dato ragione a Giorgio Del Ghingaro e all’avvocato Fabrizio Miracolo, è talmente calda che già si sente il profumino dei ricorsi a cascata. Contro la nomina di Trumpy in Sea Ambiente, e contro la deliberazione societaria della transazione col Comune di Camaiore. Si parla di un atto da 1,9 milioni più lo sconto fatto al sindaco Marcello Pierucci per il pagamento ridotto del famoso passaggio dei servizi a Ersu Spa.

Il puzzle è complicato, e le tessere rischiano di diventare tridimensionali con effetto domino. L’Anac è l’Autorità nazionale anti corruzione presieduta dall’avvocato Giuseppe Busia, diventata nota a Viareggio ai tempi dei fallimenti delle partecipate comunali Patrimonio e Porto, proprio per il tema in oggetto per i rifiuti: il controllo analogo. All’epoca il Decreto Madia stabilì che le società di diritto privato partecipate da enti pubblici erano soggette al controllo, per esempio dei Comuni, come fossero uffici comunali. E nella lunga e ancor recente diatriba tra RetiAmbiente e il Comune di Viareggio, quando il sindaco Del Ghingaro chiese gli atti del Cda della capofila dei rifiuti che aveva incamerato Sea Ambiente e Ersu Spa, si vide recapitare verbali pieni di omissis (nella foto), avviando un contenzioso legale. RetiAmbiente, che non voleva consegnare i verbali relativi alla revoca dell’avvocato Fabrizio Miracolo da amministratore unico di Sea, e della sua sostituzione con Matteo Trumpy, chiese quindi un parere all’Anac sull’eventuale obbligo dell’accesso del Comune, socio proprio di RetiAmbiente, agli atti. E il parere è arrivato.

Esso riguarda il diritto di un socio di società per azioni a controllo analogo di ottenere i verbali del Consiglio di amministrazione di quelle società. L’Anac ha stabilito che l’accesso agli atti non riguarda la normativa generale degli atti amministrativi. La richiesta è stata avanzata dal sindaco del Comune socio con prerogative di controllo analogo, senza che RetiAmbiente opponesse i problemi previsti dal Tuel, Testo unico enti locali: "La questione riguarda piuttosto il diritto di informazione dell’ente pubblico socio di società in house e tocca i principi di trasparenza nell’operato della pubblica amministrazione". Dunque, benché Viareggio non sia più socio di Sea, essa è frutto di un’amministrazione in house (soggetta al controllo analogo) che fa il servizio nel territorio comunale. In sintesi, per l’Anac, la richiesta di informazioni sulla revoca dell’amministratore di Sea che dà il servizio pubblico di interesse del Comune, avrebbe dovuto essere accolta: anche perché "è proprio il Comune che deve fornite indicazioni per la designazione dell’amministratore unico". E così Anac ha deciso: "Al Comune deve essere riconosciuto il diritto di ottenere dalla società su cui esercita il controllo analogo (RetiAmbiente, ndr) le informazioni e i documenti richiesti", fatte salve eventuali e motivate ragioni di segreto e riservatezza, come per esempio accade coi bandi degli appalti pubblici.

E ora che succede? Il Consiglio sindacale di Sea Ambiente avrebbe già presentato un esposto alla magistratura contro la revoca di Miracolo e la transazione con Camaiore a cui l’avvocato si era opposto. Ma ora quei verbali negati dovranno essere consegnati a Del Ghingaro. E se, in virtù del parere Anac, il Comune di Viareggio impugnasse le deliberazioni di revoca di Miracolo e di nomina di Trumpy, se ne vedrebbero delle belle. In tal caso – ma qui si entra nel campo delle ipotesi – gli atti attorno allo sconto fatto a Camaiore resterebbero validi, in virtù del principio "inutile per inutile non vitiatur", e della continuità amministrativa. Cioè, gli atti adottati da un’autorità che decade sono salvi, a tutela di ogni parte: terzi compresi. Ma sarebbe anche facile ipotizzare nuovi ricorsi amministrativi per il loro annullamento. Di fatto, qualora venisse accertato in sede giudiziaria un nocumento per una delle parti, gli atti potrebbero essere fatti decadere con tutte le conseguenze del caso.

Del resto nellla battaglia a suon di carte bollate il Tribunale di Lucca ha accolto quasi tutte le richieste avanzate da Sea nei confronti del Comune di Camaiore che ha dovuto pagare nella transazione, come riconosciuto dallo stesso sindaco Pierucci, "una cifra più alta di quella immaginata". E che in caso di decadenza della transazione dovrebbe versare lo ’’sconto’’ ottenuto proprio nella definzione della rinuncia delle cause in corso.

A volte nelle liti non volano stracci, ma sacchetti d’immondizia.

Red. Via.