
l’effett dazi sulle Borse è analizzato da Gianfranco Antognoli revisore legale e consulente qualità del credito
Questi giorni, che definirei drammatici per i mercati, soprattutto dagli effetti non decifrabili e imprevedibili per gli sviluppi sulla economia reale, non solo del nostro Paese ma per l’intera economia mondiale, inducono a una riflessione. Oggi ci rendiamo tutti bene conto che i poteri del presidente Usa sono i poteri di un monarca assoluto. Non lo avevamo mai verificato prima perché tutti i presidenti di cui abbiamo memoria, democratici o repubblicani, sono stati sempre equilibrati, le scelte mai hanno assunto nel tempo atteggiamenti drastici e non attenti ai possibili sviluppi interni e internazionali. Ora invece sappiamo che una persona sola al comando può generare effetti più o meno condivisibili, ma pericolosi per gli equilibri geopolitici, economici e finanziari planetari oltre che interni al Paese (che è il primo mercato del mondo, seguito dalla Cina).
Fino a 5 giorni fa l’inflazione era stata di fatto posta sotto controllo, i tassi di interesse in Usa e nel resto del mondo erano ritornati a una ‘sana normalità’. I mercati borsistici, azionari ed obbligazionari – cresciuti soprattutto i primi – erano in una situazione di stabilità. Il mondo pur con le difficoltà dovute ai due conflitti in corso (Ucraina e Medio Oriente) comunque respirava. Oggi il ciclone dei dazi trumpiani ha sconvolto non solo la globalizzazione e il libero scambio delle merci ma anche i rapporti fra i vari Paesi.
I consigli da dare sono certamente difficili, pensiamo che rischiano di perdere la faccia anche i premi nobel dell’economia. Premesso ciò serve non farsi prendere dal panico. Sul fronte dei risparmiatori privilegiare le obbligazioni sicure e non investire se non marginalmente sul mercato azionario o peggio ancora sui future e bitcoin. Sul fronte delle aziende l’imprenditore non deve azzardare le scelte ma guardare alla produzione e ai mercati di sbocco se possibile privilegiando l’Europa e il resto del mondo non statunitense, facendo gli investimenti necessari indebitandosi meglio se a tasso fisso e per un periodo correlato ai ritorni dell’ammodernamento e incremento produttivo. Speriamo che il ciclone passi ma purtroppo non lo sappiamo.
Gianfranco Antognoli