VIAREGGIO
"Mi candido? In tutte le circoscrizioni? O anche no?". Mentre Elly Schlein sfoglia la margherita (oh: è una frase fatta, nessun retropensiero!) in attesa di sciogliere il dilemma su cosa fare alle prossime Europee (si voterà l’8 e il 9 giugno in un election day anche con le amministrative) il “suo” partito è in continuo fermento. Non foss’altro per le tante “anime” che lo attraversano. A Roma, come a Viareggio. Passando, naturalmente per Firenze.
E non è un caso. Del resto nel capoluogo regionale si andrà a votare per scegliere il successore di Dario Nardella alla guida di Palazzo Vecchio. All’inizio di dicembre il “partito” ha lanciato la corsa dell’attuale assessora Sara Funaro. Una scelta arrivata al termine di un giro di consultazioni "ai massimi livelli" (spiega un esponente di spicco regionale), ma che di fatto ha chiuso le porte alle primarie, dove voleva misurarsi un’ex assessora, quella Cecilia Del Re che se n’è andata all’indomani della decisione ratificata dall’assemblea cittadina (137 voti favorevoli a Funaro, 24 contrari, 8 astenuti). Un passaggio non indolore, visto che il grande ex del Pd fiorentino (e nazionale), Matteo Renzi, ha subito annunciato che Italia Viva correrà per conto proprio con l’assessora regionale Stefania Ceccardi. Una divisione che potrebbe favorire il candidato del centrodestra (l’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt?). Così in queste ore si sta cercando una soluzione per superare l’empasse e provare a ricucire: con l’indicazione sin da subito di un vicesindaco vicino a Renzi? O forse è ancora in ballo la carta Giani? Non ci resta che attendere.
Ma tutto questo, ovviamente, agita anche Viareggio. Proprio mentre il Pd in consiglio comunale, dopo un’accesa riunione dei capigruppo, è costretto a traslocare sul lato opposto dell’emiciclo, insieme a Lega, Fratelli d’Italia, Lista Bonaceto e CivicaMente. Il capogruppo Dario Rossi, con Diego Sodini e Filippo Ciucci, ha provato a “resistere”, ma alla fine i tre hanno rivendicato loro stessi la decisione “chiedendo” alla presidente del consiglio "di essere spostati tra i banchi dell’opposizione".
Anche perché nella lettera scritta dal sindaco Giorgio Del Ghingaro nella quale evidenziava a Gifuni, di prendere atto della situazione di fatto, il primo cittadino apriva al dialogo col Pd ("ho sfiduciato un’assessora, lei non era all’altezza, non il Partito democratico"). Un’apertura che ha mandato in fibrillazione tanti (sia nel centrosinistra, che nel centrodestra ovviamente). Ma che non tutti hanno capito, o finto di non capire, anche tra gli aspiranti alla successione dello stesso GDG.
Già, ma perché? La spiegazione è semplice. La vicenda fiorentina e la campagna per le europee segnerà uno spartiacque. E tutti vogliono esserci. Ecco così, che venerdì scorso, l’area detta dei ’bartoliani’ (che fa riferimento a Francesca Fruzza) ha approvato un documento in cui si invita "ad abbassare i toni, abbattere i muri e costruire i ponti" e "portare tutti: Pd locale, liste civiche in amministrazione comunale e altri soggetti politici alla costruzione di quel campo largo del centrosinistra tanto atteso".
A dimostrazione di come di Pd ce ne siano tanti.
Tommaso Strambi