DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

"Le forze dell’ordine arrivano. Ma poi chi deve non denuncia"

A Torre del Lago si discute della sicurezza: piccoli furti e presenza di pusher. Il titolare di una trattoria sottolinea la necessità di maggiore collaborazione con le forze dell'ordine per affrontare la situazione.

"Le forze dell’ordine arrivano. Ma poi chi deve non denuncia"

A Torre del Lago si discute della sicurezza: piccoli furti e presenza di pusher. Il titolare di una trattoria sottolinea la necessità di maggiore collaborazione con le forze dell'ordine per affrontare la situazione.

La piazza è vuota. Ma la giornata nuvolosa, in effetti, non invita a uscire. Al bar ci sono tre anziani che giocano a carte. A due passi da lì, alla Misericordia, i tavoli verdi non si contano, e tra un gelato e un bicchiere di spuma si aspetta il proprio turno per la briscola. A due passi, in via Trittico, venerdì sera un uomo ha aggredito una ragazza. Alzata di spalle: "Non ne sappiamo nulla". Un commerciante inserisce la chiave nel portone dell’attività. Sa degli episodi di violenza che hanno caratterizzato la Marina. Ma il centro del paese, dice, è un’altra cosa. "Ladri e spacciatori vanno dove ci sono i soldi – spiega – e qui a Torre del Lago siamo per lo più operai e muratori".

Chi ha un osservatorio in primo piano sul centro della frazione è Riccardo Montanini, titolare della trattoria Odilio, sull’Aurelia.

Montanini, che aria si respira nel centro del paese?

"È un discorso articolato, quello della sicurezza. Bisognerebbe parlare dei giovani e dei loro problemi; dei pusher e dello spaccio; delle presenze di extracomunitari sul territorio".

Che idea si è fatto dei furti degli ultimi giorni?

"Piccoli furti. Niente di diverso da quel che accade a Viareggio o a Lido. Anche i carabinieri confermano che non stiamo vivendo una situazione eccezionale rispetto al recente passato. A me sembra che i personaggi che vagano per la frazione siano per lo più degli sbandati. Gente emarginata, non delinquenti fatti e finiti".

Da cosa lo deduce?

"In primo luogo dall’atteggiamento. Non sono ragazzi spavaldi. Pensi a quello che ha aggredito il suo collega: gli ha dato uno schiaffo ed è scappato via. Il delinquente vero resta lì, non ha paura. E poi la dinamica dei furti: la spaccata al bar, quella al kebab. Danni per centinaia di euro per rubare un fondo cassa. I ladri veri, quelli organizzati, se spaccano ti portano via tutto in cinque minuti. Questi sono come quelli che spaccano i vetri delle auto per rubare gli spiccioli: i danni costano di più di quanto ti portano via".

Anche per lo spaccio?

"I pusher ci sono, è un problema diffuso. Ma mi pare che anche in questo settore ci sia del caporalato. E da noi gravitano le seconde linee. Spicciolume, lo definirei".

Come se ne esce?

"Servirebbe una maggiore conoscenza del territorio. Una volta si sapeva tutto: quanti erano, dove stavano. Oggi si potrebbe fare, ma serve una maggiore collaborazione con le forze dell’ordine. Da parte di tutti".

In che senso?

"Nel senso che spesso si dà la colpa a polizia e carabinieri dicendo che ’non fanno nulla’. Poi si chiamano, e quando arrivano stanno tutti zitti. Serve una maggiore sinergia: ne trarremmo tutti dei benefici".