DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Le grida di Federico: "Aiuto, mi fa male!". L’agonia del giovane sotto gli occhi dei colleghi

I testimoni hanno assistito a una scena atroce. "Ha resistito per almeno 30 minuti". L’albero ha fatto da ostacolo e ha rallentato le operazioni di soccorso.

Le grida  di Federico: "Aiuto, mi fa male!". L’agonia del giovane sotto gli occhi dei colleghi

Le grida di Federico: "Aiuto, mi fa male!". L’agonia del giovane sotto gli occhi dei colleghi

Assistere con i propri occhi a una giovane vita che lentamente si spegne è un’esperienza che i testimoni del tragico incidente di ieri in via della Rocca non dimenticheranno mai. Nelle orecchie risuona ancora la voce disperata di Federico Nappi che chiede aiuto e sente dolore per gli arti rimasti schiacciati sotto il trattore. Che fatica a respirare ma si aggrappa alla vita con tutte le sue forze. Federico ha provato a uscire da quella trappola, ma il peso del mezzo che aveva guidato chissà quante volte non gli ha dato scampo. Per almeno mezz’ora, più o meno tra le 13,30 e le 14, ha parlato ai soccorritori. Respirava, era vivo, la faccia schiacciata sull’erba che da alcuni anni era la sua ragione di vita e che pochi secondi prima guardava dall’alto mentre guidava il mezzo. Poi con il passare dei minuti nemmeno il suo forte fisico, temprato dalla palestra e da un passato da bagnino, è riuscito a resistere. Il 32enne, socio della ditta “Miglior verde“ di via del Serraglio, si è reso conto della fine. Immedesimarsi e pensare a questo dettaglio è qualcosa che lacera l’anima e rende tutto inaccettabile e insopportbile.

La tragedia ha scosso all’improvviso piazza Duomo intorno alle 13,30. È stata una turista, scendendo di corsa da via della Rocca, a chiamare l’attenzione della sua comitiva indicando in su e sbracciandosi. Pochi secondi dopo una nuvola di fumo si è alzata sopra il Parco della Lumaca, all’altezza dell’ultima discesa che passa poi davanti alla casa diocesana “La Rocca“ fino a terminare giù in piazza. E le successive grida laceranti di Federico hanno fatto venire i brividi a tutti. "Aiuto, mi fa male!". Lo ha ripetuto diverse volte, finché i due colleghi (tra cui Gabriele Sacchelli, di Strettoia, l’altro socio della ditta “Miglior Verde“) sono tornati di corsa da lui per capire cosa fosse successo. Davanti a loro una scena atroce: la recinzione lato mare sfondata, il trattore ribaltato con le maxi ruote all’insù e appoggiato a un grosso albero, e sotto una ruota la testa di Federico, sdraiato a pancia in giù. Gli hanno detto di calmarsi e di respirare piano. Gli hanno assicurato che i soccorsi sarebbero arrivati subito per liberarlo e Federico a quel punto si è calmato. Nel giro di pochi minuti sono arrivate l’ambulanza della Croce Verde di Pietrasanta e l’automedica, subito dopo i vigili del fuoco, e poi ancora i carabinieri della stazione di Pietrasanta, che hanno transennato l’area, la polizia municipale, il personale del Comune. I soccorritori hanno capito subito che la situazione non era per niente favorevole. Bastava che lì non ci fosse stato nessun albero: il trattore avrebbe continuato a ribaltarsi fino a valle, forse finendo dentro il Parco della Lumaca, e Federico, sbalzato fuori dal mezzo, sarebbe rimasto a terra. Invece il destino gli ha voluto male fino in fondo. L’albero era troppo grosso per essere tagliato in poco tempo e il trattore, pesante almeno una tonnellata, non poteva essere spostato a braccio. I vigili del fuoco ce l’hanno messa tutta, sgonfiando anche il grosso pneumatico che schiacciava la testa a Federico, e muovendo il mezzo con delle funi d’acciaio. Ma il tempo è passato inesorabile e dopo circa mezz’ora dall’incidente Federico non si è più mosso, non ha più parlato. Intorno alle 14,15, minuto più minuto meno, ha smesso di respirare. Nel frattempo sono arrivati il sindaco Alberto Giovannetti e la Prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro dellAsl, a conclusione di una mattinata che più triste di così non poteva essere.