GAIA PARRINI
Cronaca

Le reazioni dei tabaccai. L’evasione da combattere: "Un mercato parallelo che danneggia tutti noi"

Il vicepresidente nazionale Catelli: "Il business illegale compromette la nostra credibilità. Ben vengano inchieste del genere che contrastano solo chi fa concorrenza sleale".

Il vicepresidente nazionale Catelli: "Il business illegale compromette la nostra credibilità. Ben vengano inchieste del genere che contrastano solo chi fa concorrenza sleale".

Il vicepresidente nazionale Catelli: "Il business illegale compromette la nostra credibilità. Ben vengano inchieste del genere che contrastano solo chi fa concorrenza sleale".

"Abbiamo lottato tanto per avere riconoscimenti e servizi esclusivi e tutelati, ed è giusto che poi chi si presta a questi giochi venga punito", così, Giovanni Catelli (nella foto), vicepresidente vicario nazionale della Federazione italiana tabaccai, sul maxi sequestro della Guardia di Finanza di oltre 16 milioni prodotti da fumo, con il ritrovamento di tre depositi fiscali illegali che hanno bypassato i canali di distribuzione controllato dallo Stato, e poi rivenduti tra i punti di vendita di Viareggio e Torre del Lago. "E non si tratta solo di sigarette, ma di segnalazioni di depositi e magazzini importanti che non pagavano accise e i prodotti, come cartine e filtrini che possono essere venduti solo in tabaccheria, e che sono sono finiti in bar, negozi di beauty free e qualche tabacchi, con qualche rappresentante che l’ha venduto - continua Catelli - Ed è una situazione particolare, perché significa che questi prodotti, sotto accise, sono stati venduti in modo illecito e su mercati paralleli, con anche una competenza sleale. E dunque ben venga l’azione della Guardia di Finanza".

Un’azione che sembra individuarne un’altra, illegale, pirata, e definita dallo stesso corpo dei finanzieri del Comando Provinciale come la "nuova forma di contrabbando", che svicola i controlli erariali e permette di ottenere, in maniera illecita, un introito maggiore. "Su prodotti come le accise è più facile, perché manca un tassello fissato. E, come è evidente, c’è chi non paga allo Stato. Analizzando questa frontiera, su un pacchetto di tabacco si paga l’80% delle accise, e il 10% è destinato al tabaccaio, e questo accade anche sulle cartine. Se si guarda da questo punto di vista, è chiaro perché il contrabbando va forte", sottolinea Giovanni Catelli, con tono soddisfatto per il lavoro portato avanti dalla Guardia di Finanza e allo stesso tempo rammaricato e deluso da chi, all’interno della categoria, come al di fuori, decida di intraprendere vie scorrette per un’idea di business del tutto illegale e che, alla fine, compromette anche l’immagine dell’intera classe di lavoratori "È un’attività importante, la tabaccheria, importante anche per chi chi fa il servizio - conclude Catelli - E certe situazioni cuociono a tutta la categoria".

Gaia Parrini