Le svendite "premature". I sindacati di categoria avevano chiesto il rinvio: "Inverno iniziato da poco"

Federmoda: "Ci sono associati che in pratica rinunciano a qualsiasi ricarico". Per la Confesercenti gli articoli più ricercati saranno scarpe, maglioni e felpe.

Da oggi al 5 marzo abbigliamente, scarpe e accessori sono in saldo. Ma c’è scetticismo tra i negozianti, come racconta il presidente di Federmoda Confcommercio Federico Lanza: "L’autunno è stato troppo caldo. Per questo avevamo chiesto alla Conferenza delle Regioni lo slittamento di un mese dei saldi invernali. La proposta non è stata accolta, ma comprendiamo bene le ragioni di quei commercianti che anche in questi ultimi giorni hanno espresso perplessità per questo avvio a gennaio".

Perplessità che nemmeno il presidente Lanza nasconde, ma che spera siano alleviate da un ingente afflusso e aumento delle vendite. "Fatta questa premessa – aggiunge – invitiamo tutti i nostri clienti ad approfittare di questa importante opportunità che viene offerta dall’inizio dei saldi, con la possibilità di un’ampia scelta di merce di qualità assicurata da magazzini che per molti negozi, purtroppo, sono rimasti pieni in queste settimane. E speriamo che questi saldi rappresentino una preziosa boccata d’ossigeno per le piccole imprese del nostro territorio".

Preoccupazioni ed incertezze, quelle di Federmoda, condivise anche da Confesercenti Toscana, secondo cui il commercio tradizionale si prepara a vivere un periodo importante come quello dei saldi sotto il segno del dubbio e dell’insicurezza, dovuto, senz’altro, ad una data di inizio che risulta davvero molto anticipata per definirsi di fine stagione (ma è la stessa di sempre): "Le temperature eccezionalmente miti registrate tra ottobre e dicembre hanno quasi dimezzato gli acquisti delle collezioni autunno-inverno, ed i negozi arrivano ai saldi senza avere praticamente mai avuto l’occasione di venderle a prezzo pieno. Bisogna rivedere le norme che disciplinano le vendite di fine stagione ma fino ad ora i nostri appelli sono rimasti inascoltati. I saldi iniziano in un periodo eccessivamente precoce rispetto al fine stagione meteo, rischiando di essere una grande opportunità per i consumatori ma molto meno per gli imprenditori che vedono alcuni loro prodotti praticamente venduti solo a saldo. Le piccole e medie imprese del commercio – concludono i dirigenti locali di Confesercenti Toscana – non hanno sufficiente tempo per vendere le merci a prezzo pieno e si vedono costrette a fare comunque i saldi per seguire l’onda dettata dalla grande distribuzione e del commercio online".

Un inizio che sembra essere già problematico e incerto anche nella maggior parte della Versilia, ma con cui i commercianti devono però fare i conti, nonostante emerga, dal sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti, che il 92,1 % degli esercenti ritiene che l’avvio di oggi, appena poco dopo l’inizio dell’inverno astronomico, sia troppo anticipata.

Le stime della Confesercenti sulle vendite di fine stagione indicano che, anche nella nostra provincia, almeno quattro persone su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio di 267 euro. Un ulteriore 56 % acquisterà invece solo in caso di offerte interessanti, non preventivando dunque la spesa. Nella lista dei desideri dei clienti che sceglieranno di sfruttare l’opportunità delle svendite, il primo posto è occupato dalle calzature con una percentuale del 58 %. Seguite, a stretto giro con il 56 %, da maglioni e felpe. Il 34 % dei consumatori cercherà abbigliamento intimo, il 33 % gonne o pantaloni, il 29% magliette, canottiere e top e il 27 % camicie e camicette. A diminuire rispetto al 27 % dello scorso anno, con il 21 %, sarà chi cercherà giacche, soprabiti, impermeabili e cappotti. Il 19 % brama una borsa, il 17 % un abito o un completo, il 15 % opterà sulla biancheria per la casa. Foulard, cappelli e altri accessori saranno oggetto di interesse del 13 % dei consumatori, il 12 % segnala l’acquisto di cinture e il 10 % articoli di piccola pelletteria, portafogli e portacarte.

I negozi tradizionali, che hanno "sofferto" il commercio online del Black Friday durato in realtà due o tre settimane, restano comunque preferiti dalla maggior parte dei compratori. I negozi tradizionali sono scelti dall’83% dei cittadini: il 47% di loro si sente più garantito, anche se il 51% intende fare compere (in via esclusiva, o in tandem col commercio stanziale) sui siti online.

G. P.