Cominciò tutto in Versilia: Lea Pericoli, addio al mito del tennis. Al Forte il suo primo trofeo

Il mondo dello sport in lutto per la scomparsa di una atleta che ha scritto un pezzo di storia. Non solo sui campi, anche per quanto riguarda l’emancipazione femminile. Fu tra l’altro la prima telecronista della storia della televisione italiana

pericoli

Lea Pericoli, scomparsa a 89 anni. Tennista di grandissimo successo, scrittrice. Fu anche la prima telecronista sportiva della storia della tv italiana

Forte dei Marmi, 4 ottobre 2024 – Cominciò tutto a Forte dei Marmi, nei magici anni Cinquanta, quelli in cui l’Italia usciva dalla guerra per conoscere un nuovo grande benessere. Lea Pericoli, morta a 89 anni, leggenda del tennis, grande campionessa anche dell’emancipazione femminile, era molto legata alla Toscana.

Proprio perché vinse qui il suo primo torneo. Accadde quando aveva diciassette anni. Partecipò, a Forte dei Marmi, al Torneo delle Focette. Lo raccontò lei stessa al Corriere della Sera. “Non ero neanche tesserata. Gioco e vinco. Lo ricordo come un sogno. Ero insieme a alcuni grandissimi tennisti dell’epoca, come Del Bello e Cucelli”. 

Lea Pericoli vinse il torneo poco dopo essere tornata in Italia. Seguì il padre Filippo in Etiopia negli anni Trenta. Si innamora in Africa del tennis. Poi appunto, il ritorno in patria.

Lea Pericoli chiuse con il tennis quando aveva quarant’anni, nel 1975. Da lì in poi iniziò per lei un’altra carriera, che la porto tra l’altro a diventare la prima telecronista sportiva della storia della tv italiana. 

"È una notizia che ci lascia tristezza infinita. Lea, la signora del tennis italiano. La signora dello sport. Ha fatto un percorso di grande successo, è stata un'apripista. Lo sport italiano e la Federazione Italiana Tennis e Padel sapranno ricordarla al meglio. Le siamo molto riconoscenti". Così il presidente del Coni Giovanni Malagò, interpretando i sentimenti dell'intero movimento sportivo, si unisce al cordoglio della famiglia per la scomparsa

Lea Pericoli aveva battuto due tumori. "Era il '73 mi pare, resi pubblica la malattia, fu decisiva la spinta del professor Veronesi. In quegli anni si faticava a nominarlo, il tumore, il cancro. Era 'il male inguaribile', da tener nascosto come se fosse una vergogna. Sei mesi dopo l'intervento chirurgico vincevo il campionato italiano".

Ha più volte avuto il tempo di dettare il suo addio: "In fondo ho avuto una vita meravigliosa e ogni giorno la ringrazio. Ho avuto tanti amori importanti, anche dolorosi e vivo da sola, ma convivo bene con me stessa, mi parlo e mi rispondo. E ho tanti amici".