
Tralicci nel mirino degli ecoterroristi
Nella storia recente di Viareggio e della Versilia c’è un fenomeno passato alle cronache con l’etichetta di ‘ecoterrorismo’: dal 1988 fino 2006, con intervalli più o meno lunghi, prima prendendo di mira i tralicci dell’alta tensione della linea La Spezia-Acciaiolo e poi i ripetitori della telefonia mobile misteriosi attentatori hanno ‘marchiato’ le loro imprese utilizzando esplosivo delle cave di marmo; in altre occasioni, anche semplicemente benzina.
La firma ufficiale non c’è mai stata, ma solo una persona – un cittadino svizzero – è stata condannata ritenuto responsabile di tre attentati, con danni alle strutture ma per fortuna nessun ferito. Solo nell’estate 1991, sul confine fra i comuni di Montignoso e Seravezza, ignoti dove avere minato il traliccio, avevano però preparato una trappola esplosiva – sventata - per i carabinieri.
Il primo attentato nei confini locali venne compiuto nell’autunno del 1988 contro un traliccio dell’Enel sulle colline di Montigiano nel comune di Massarosa anche se la cronaca ci racconta che nel luglio dell’anno prima, a Vagli di Sotto, i carabinieri trovarono (sempre attorno ad una struttura dell’Enel) 14 candelotti di esplosivi ‘dimostrativi’. Gli ecoterroristi colpirono anche nella provincia di Massa Carrara – sulle colline del Candia e a Santa Lucia di Contia – per poi tornare in Versilia, a Capezzano Monte. L’episodio più controverso che per qualche giorno diede un respiro internazionale è dell’agosto 1991 nella zona della Capanne di Montemagno di Camaiore: anche in questo caso un traliccio abbattuto nel bosco, dopo avere piazzato la cheddite alla base in cemento. Poche ore dopo, ad un casello della Sestri Levante-Livorno, venne ritrovato un volantino di rivendicazione nel quale si citava anche l’Eta, il braccio armato del movimento indipendentista basco.
Gli inquirenti non hanno mai saputo se effettivamente in quella occasione ci sia stata una saldatura fra ecoterroristi baschi e italiani oppure se si era trattato di un bufala costruita ad arte. L’ultimo attentato ai tralicci nel maggio 1996 a Bargecchia. Poi nel mirino degli ecoterroristi finirono le antenne della telefonia mobile che spuntavano come funghi dopo un acquazzone d’agosto, di pari passo alla diffusione dei telefonini. Progresso e comodità tecnologiche non sempre sono in sintonia con la tutela dell’ambiente.