
Il Gup Silvestri ha inflitto 8 mesi al giovane operaio con sospensione della patent. Colpa della velocità non adeguata: il Pm Mariotti aveva chiesto un anno e 4 mesi.
Il 4 luglio del 2023 le vite di Leonardo Brown ed Emma Genovali si spezzarono improvvisamente. I due fidanzatini di Viareggio (lei conosciuta anche a Lucca per aver studiato al liceo Passaglia) che quella maledetta mattina d’estate stavano andando al mare furono travolti e uccisi da una moto. Ieri il conducente di quella moto, Elia S., 28 anni di Massarosa, è stato condannato in Tribunale a 8 mesi con la sospensione di 8 mesi della patente di guida come pena accessoria. Lo ha stabilito il Gup Simone Silvestri che ha anche disposto, una provvisionale – in attesa che venga istruito il processo civile – che varia dai 10 ai 70 mila euro – a seconda del grado di parentela – per ciascun familiare che al processo si era costituito parte civile.
Il pubblico ministero Antonio Mariotti, al termine della sua requisitoria aveva chiesto una condanna di un anno e 4 mesi, sottolineando che il giovane centauro nel non tenere conto della pericolosità della strada e della forte urbanizzazione della zona, non aveva adeguato la velocità. Ma il pubblico ministero è andato anche oltre le specifiche responsabilità dell’imputato. Ha infatti rimarcato con forza che tutta quell’area dove è avvenuto l’incidente stradale, non solo quella di competenza del demanio marittimo, ma anche dall’inizio di via Coppino debba essere disciplinata con limiti che impongano i 30 chilometri orari a tutti i veicoli. E questo perché la Darsena è una zona residenziale che ospita anche attività commerciali, artigianali, industriali come i cantieri navali, oltre alle scuole e agli impianti sportivi.
Un appello alla sicurezza stradale della zona che è stato sposato anche dai legali di parte civile: l’avvocato Cristiano Baroni che tutela la mamma, il fratellino e altri parenti materni di Leonardo Brown; l’avvocato Luca Paolini per il convivente della mamma di Leo; gli avvocati Flaviano Dal Lago e Simone Leo che tutelano i familiari di Emma, insieme agli avvocati Gianluca Santini e Matteo Troni per la parte civilistica.
Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate entro 90 giorni. A quel punto l’imputato, difeso dall’avvocato Guido Maria Tacchi, potrà scegliere se fare appello oppure se rinunciare e ottenere un ulteriore sconto di pena avvalendosi del recente decreto Cartabia.
"Senza le motivazioni – ha detto intanto l’avvocato di parte civile Flaviano Dal Lago – è difficile commentare la sentenza. Al momento possiamo solo dire che il giudice ha accolto l’impalcatura dell’accusa e anche le istanze di parte civile che chiedevano un risarcimento. va detto che, vista la complessità dell’incidente, non erano così scontati né l’uno né l’altro".
L’incidente avvenne il 4 luglio del 2023. Leonardo ed Emma stavano andando in sella alla loro bicilette elettrica al mare in Darsena. Con l’entusiasmo e la felicità stampata sui volti dei loro bellissimi 20 anni. Ennio, invece stava uscendo da un cantiere della darsena. I loro destini si sono incrociati in via dei Pescatori. L’impatto fu fatale e devastante. I due ragazzi, le cui condizioni apparvero subito disperate, furono soccorsi e portati all’ospedale Cisanello di Pisa. Leo morì dopo una settimana, Emma dopo due mesi di agonia fra speranze e angosce.
Il pm Antonio Mariotti sulla scorta della relazione dell’ingegner Bertini, perito nominato dal Tribunale, ha ribadito ieri in aula nel corso della sua requisitoria che il giovane centauro percorrendo via dei Pescatori, giunto all’intersezione fra via del Porto e via Giorgetti regolamentata con segnaletica orizzontale di dare precedenza "non ha regolato la velocità in funzione delle condizioni e delle caratteristiche della strada e del traffico, mantenendo una velocità che non gli consentiva di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza", travolgendo così i due fidanzatini "che si trovavano già sdraiati al suolo dopo essere caduti dalla bici elettrica".
Di qui la condanna dell’imputato a 8 mesi con pena sospesa che mette fine a una vicenda dolorosa che scosse la città. Un piccolo sollievo, se vogliamo, per le mamme dei due ragazzi che dopo tanta sofferenza vedono, come loro stesse hanno dichiarato che qualcosa è stato fatto per i loro figli.
Paolo Di Grazia