Strettoia (Piaetrasanta), 25 gennaio 2018 - IL VIBRARE delle corde di violino per una struggente Ave Maria. E poi tanta mimosa che con il suo profumo e i suoi colori era segno inconfondibile di un vezzo che univa padre e figlio. Ieri pomeriggio anche la piazza antistante la chiesa di Strettoia era stracolma di persone per l’ultimo saluto a Leonardo Lera, trovato privo di vita a soli 44 anni nella sua abitazione. Tiziano Lera ha svestito i panni dell’architetto di fama per diventare involontario protagonista del più straziante dei lutti: per l’addio al suo Leo si è proposto nella sua inconfondibile personalità. Cappotto rosso, ciondoli al collo e un mazzo di mimosa strappato dal parco che circonda la villa in località Palatina a Montignoso. Dove padre e figlio – di somiglianza impressionante – amavano condividere momenti di svago. E dove si è consumata la più indicibile delle tragedie. Tanti abbracci anche per la giovane moglie di Leonardo, Merciva Tasseron, che adesso dovrà spiegare ai due figli di 6 e 9 anni quanto la vita sia stata ingiustamente crudele.
TRA i presenti molti volti della politica, tra cui i sindaci Bruno Murzi e Riccardo Tarabella, gli ex amministratori Massimo Mallegni e Umberto Buratti, il presidente Salt Fabrizio Larini. C’erano anche Massimo Moratti a seguire in silenzio il passaggio del feretro, Veronica Bocelli, il capo della squadra mobile di Massa Antonio Dulvi Corcione, Maria Paola Frullani moglie dell’ex ministro Lunardi accompagnata dai figli, l’opinionista tv Patrizia Groppelli, l’imprenditore Benito Benedini, il noto avvocato fiorentino Giuseppe Morbidelli. Oltre a galleristi, esperti d’arte e tecnici della Sovrintendenza che avevano conosciuto l’abilità dell’architetto Leo Lera: dal mercante d’arte Stefano Contini a Jean Paul Sabatiè, erede del patrimonio artistico di Mitoraj. E poi tanti bambini, compagni di classe alle Suore Canossiane di Ottavio e Vittorio, gli adorati figli di Leonardo.
«MENO di due anni fa eravamo qui a salutare per sempre Lalla Lera – ha ricordato don Danilo D’Angiolo nella sua omelia – e adesso si è compiuto un altro evento tragico. Ma non ci deve abbandonare la speranza. Leonardo ha lasciato un percorso di talento, nell’arte e nella cultura. La vita non è scandita dalla lunghezza del tempo ma da ciò che riusciamo a fare». E poi di nuovo la dolcissima sonorità del violino a fare da sottofondo al corteo in uscita dalla chiesa. Leo ha lasciato papà Tiziano per ricongiungersi con mamma Laura.
Francesca Navari