DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

L’estate dei Rolex scippati. C’è voglia di sicurezza. Residenti e commercianti chiedono un segnale: "Bisogna investire di più"

Dopo l’escalation di furti la comunità teme per la nomea del paese "Vogliamo essere una seconda Montecarlo? Questo è il prezzo da pagare".

Dopo l’escalation di furti la comunità teme per la nomea del paese "Vogliamo essere una seconda Montecarlo? Questo è il prezzo da pagare".

Dopo l’escalation di furti la comunità teme per la nomea del paese "Vogliamo essere una seconda Montecarlo? Questo è il prezzo da pagare".

Il paragone nasce spontaneo: Forte dei Marmi come un enorme vassoio di miele che attira di tutto. Inclusi i malviventi in cerca di gioielli e orologi di lusso, in quanto sanno che in Versilia non ci sono vassoi più invitanti. Ben vengano allora le telecamere, utili a scovare i delinquenti, ma serve un passo in più: destinare maggiori risorse alla prevenzione, in particolare al numero di agenti da dispiegare sul territorio. Può essere riassunto così il pensiero di residenti e commercianti dopo l’ennesima estate costellata da scippi di orologi che non hanno fatto bene alla nomea del Forte. Perché poi i turisti derubati tornano nelle loro città e spargono la voce, e la prossima estate avranno qualche timore in più a rimettere piede qua.

"Il mondo della criminalità si ’spartisce’ il territorio – dice Antonio Meccheri, responsabile settore turismo, sport e cultura del Comune per 35 anni – con Pietrasanta piena di furti nelle case mentre al Forte si sono specializzati nei Rolex. Perché? Forte è dipinta come una seconda Montecarlo e questo è lo scotto da pagare. Di certo non vanno a rubarli a Bargecchia. Per fortuna non ci sono state vittime, al limite un cazzotto o lo spray al peperoncino. Ma manca sicurezza, gli agenti non sono sufficienti: chi di dovere prenda in mano la situazione". Di furti ne sa qualcosa Maurizio Luchetti, titolare della cententaria ottica “Luchetti“: "La realtà è che questo paese rappresenta un business importante da tutti i punti di vista, cioè case, bagni, alberghi e negozi, e ha una clientela molto esigente che non bada a spese. Se il Forte vuole questo sviluppo deve lavorare di più su servizi e sicurezza. Anche noi abbiamo subìto un furto da finti clienti, ma non possiamo fare i gendarmi. Chi viene qua deve avere le liberta di vestirsi come vuole e girare in sicurezza, che è la parola chiave".

Paolo Benedetti vive vicino al Fortino e conosce bene il viavai in boutique e gioiellerie: "Il sindaco dice di non ostentare i Rolex. Ma chi viene qui la prima cosa che fa è andare a comprare nuovi gioielli e orologi. Non per tenerli in cassaforte, ma per indossarli. Il benessere è una calamita per il malaffare: servono più controlli". La proposta finale è di Antonio Morini, titolare dell’omonima gioielleria e presidente Confcommercio: "È un tema centrale, quest’anno sono successi tanti di quegli scippi che possono intaccare gli elementi costituivi di un luogo di villeggiatura. La clientela manda avanti il sistema Forte dei Marmi e abbiamo il dovere di proteggerla. Dove non arriva lo Stato dobbiamo essere noi a trovare una formula per attutire il fenomeno. Non bastano le telecamere, ci vogliono anche le persone fisiche. Il Comune ha un avanzo di amministrazione cospicuo: il minimo è destinarne un decimo al capitolo sicurezza. Da parte nostra stiamo studiando il da farsi con un’organizzazione: tra un mese li rivedremo e andremo insieme dal sindaco".