
ex hotel Principe
Proteste per le condizioni dell’ex hotel Principe in piazza Matteotti a Lido di Camaiore: adesso è in vendita, ma non si trovano compratori e il degrado rimane. L’immobile campeggia in passeggiata davanti al Cristallo, celebre per essere stato soggetto allo svincolo per trasformarlo in appartamenti sotto l’attuale amministrazione. Tre anni fa era stata firmata infatti una transazione da quasi 700mila euro di oneri di urbanizzazione. A colpi di carte bollate, ricorsi di illustri avvocati, varianti e rigetti, finalmente sarebbero dovuti ripartire i lavori nonostante i confinanti avessero depositato ricorsi contro il progetto.
Davanti al pontile di Lido di Camaiore dovevano spuntare ben quattro piani di appartamenti della Dierre srl in base all’accordo siglato sette anni fa con il Comune. Nel frattempo le guerre giudiziarie hanno imperversato in vari gradi della giustizia amministrativa con ricorsi da parte dei vicini, l’ultimo per ‘ottemperanza’ alle sentenze emesse. Ma la giunta, senza coinvolgere i legali dei confinanti, che lamentano l’illegittimità dei permessi e degli interventi da eseguire, concluse nel 2018 un altro accordo con la proprietà. Dalla trasformazione infatti le casse del Comune, a partire dal luglio di quell’anno, avrebbero riscosso oltre 700mila euro di oneri. Duilio Rossi della Dierre di Lucca doveva infatti terminare l’incompiuto: invece ancora oggi l’edificio sventrato resta in bellavista sul lungomare con un recinto di teloni rotti e sostegni in cemento pericolosi. I termini della transazione prevedevano un nuovo progetto con modifiche che avrebbero evitato ad esempio le terrazze contestate dai vicini: la variante in corso d’opera era stata negata e la Dierre era ricorsa al Tar anche perché non aveva ancora realizzato le opere. In seguito aveva presentato una nuova istanza in Comune a inizio 2018 con le modifiche richieste in una vera guerra tra gli avvocati Morbidelli per la ditta e Camero per il Comune. Nel mezzo i colleghi Massimiliano Micheli e Alessandra Baldini per i vicini e l’hotel Tirreno, che hanno chiesto anche i danni, oltre a ribadire che il titolo iniziale è nullo e ciò annullerebbe tutto il progetto. La Dierre chiese la transazione con il versamento degli oneri decisi all’inizio e circa 5mila euro di interessi legali.
La cifra totale ammontava a 674.255 euro al netto della prima rata corrisposta al tempo, oltre gli interessi legali, da versare in quattro rate entro il 2019 e con garanzia di una fideiussione. La società ha rinunciato ai ricorsi per il titolo risultato nullo e il Comune ha concesso il nuovo permesso. Ma per carenza di liquidi tutto è rimasto bloccato, oltre al rinforzo dei ritardi causati dal Covid: l’edificio resta così senza compratori.
Isabella Piaceri