REDAZIONE VIAREGGIO

"L’indifferenza è vigliaccheria, non è vita" Le parole di Gramsci come un manifesto

Da Dante a Papa Francesco hanno affrontato il tema di questo male sociale che si cura con la partecipazione

“Odio gli indifferenti…L’indifferenza è vigliaccheria, non è vita. L’indifferenza è il peso morto della storia…”

Con queste parole il politico e filosofo Antonio Gramsci scriveva il suo manifesto contro il male di sempre: l’indifferenza. Recentemente anche Papa Francesco ha ripreso qualche parola del celebre discorso sottolineando con senso profondamente umano il male che attanaglia la società di oggi. In realtà è un male vecchio come il mondo, lo abbiamo visto più volte in questi anni di percorso didattico nella scuola media in varie discipline. Vero è che si tratta di un male curabile, ma la cura esiste solo laddove si decide di partecipare e non restare indifferenti di fronte alle scelte, alle questioni, alle vie che la vita ci presenta. Liliana Segre ne è un esempio grandioso. Vittima delle torture naziste, la senatrice superstite dell’Olocausto ci ricorda che non schierarsi significa essere colpevoli, talvolta più della violenza stessa.

Dante puniva gli ignavi a correre dietro una bandiera bianca senza senso, per l’eternità, perché nella vita si erano nascosti senza prendere decisioni e senza mostrare volontà. Non restiamo indifferenti, non nascondiamoci dietro un bel parapioggia che rischia di mimetizzarci non facendoci partecipare alla vita.