Viareggio
Pedoflilia e pedopornografia on line: come mai un adolescente cade in queste trappole, come può uscire e quale ruolo pssono svolgere le famiglie che devono affrontare una situazione delicata e difficile? Sono alcune delle domande che la Nazione ha rivolto a Enrico Chelini in occasione della giornata nazionale contro questi due fenomeni che dade oggi.
Quali sono i fattori per i quali un adolescente cade in queste trappole?
"I fattori di rischio sono molteplici e non sono sempre gli stessi. Possono essere adolescenti non consapevoli dei rischi che corrono on line e quindi sottovalutare la gravità di queste situazioni. Chi invia questo tipo di messaggi è una persona che punta sulla “fiducia ingenua“ delle vittime e utilizza un linguaggio finalizzato a creare con la vittima un rapporto amichevole. Si tratta di persone che sanno come muoversi e quali sentimenti suscitare".
Un identikit delle vittime?
" Sono adolescenti che vivono o credono di vivere nella solitudine, adolescenti che hanno bisogno di affetto, adolescenti fragili per diversi aspetti"
Quali sono i campanelli di allarme che devono destare preoccupazione nelle famiglie?
"Gli adolescenti che cadono in queste trappole possono manifestare cambiamenti repentini nei comportamenti, tendono a isolarsi, a essere maggiormente irritabili, a manifestare ansia. Ma soprattutto trascorrono un tempo maggiore davanti al computer che prende il sopravvento sui rapporti sociali. L’indice di attività on line diventa maggiore. Ogni storia è una storia a sè e non bisogna generalizzare"
Cosa possono fare i genitori che si trovano ad affrontare una situazione del genere?
"Importante è instaurare una comunicazione aperta con l’adolescente, una comunicazione nella quale l’adolescente non si senta colpevole e non si senta giudicato, ma volta a conquistare la fiducia. Passo dopo passo: è necessario che la famiglia si rivolga alle autorità competenti e si faccia aiutare da un supporto psicologico"
E’ possibile che un adolescente vittima di pedofilia o pedopornografia si trasformi in predatore?
"E’una domanda delicata: siamo davanti a un percorso complesso che non è uguale per tutti gli adolescenti. Purtroppo non si può escludere. Tra le vittime alcuni adolescenti sono più a rischio, possono essere adolescenti più emarginati,e la ferita provocata dai predatori può essere più difficile a rimaginarsi. E una volta adulti possono replicare quello che hanno subito. Anche per evitare che questo avvenga il ruolo della famiglia diventa importante e il supporto psicologico rappresenta lo strumento pechè questo epilogo drammatico non avvenga. Ricordiamo anche che il fenomeno della pedofilia e della pedopronografia riguarda anche gli adulti, ma si tratta di un quadro diverso".
Lei ha avuto come pazienti adolescenti vittime di questi fenomeni?
"Mi sono capitati sia adolescenti che adulti. Si tratta di percorsi terapeutici diversi nei quali bisogna lavorare sulla ferita che è stata provocata e sul rapporto che le vittime hanno con il sesso".