MARIA NUDI
Cronaca

Lo sguardo rivolto al futuro. Progetti, sogni e sorrisi. Le comunità al Varignano

Lo staff dell’Arciconfraternita prende per mano minori a adolescenti dimenticati dalla società. Un lavoro di un’équipe multidisciplinare in un’atmosfera familiare e ricca di umanità .

Lo staff dell’Arciconfraternita prende per mano minori a adolescenti dimenticati dalla società. Un lavoro di un’équipe multidisciplinare in un’atmosfera familiare e ricca di umanità .

Lo staff dell’Arciconfraternita prende per mano minori a adolescenti dimenticati dalla società. Un lavoro di un’équipe multidisciplinare in un’atmosfera familiare e ricca di umanità .

VIAREGGIO

Marisa Carmassi è la direttrice della Comunità educativa "Elisabetta De Sortis", comunità che la Misericordia gestisce dal lontano 1926 e che nasce nello spirito che contraddistingue l’Arcicofraternita: dare una mano alla parte più debole della società.

È così che la comunità prende vita grazie ad un lascito testamentario di Elisabetta De Sortis. Negli anni la comunità è stata al passo con i tempi e oggi rappresenta un’importante realtà di accoglienza per minori in situazioni di fragilità. Nel corso degli anni la comunità si è evoluta in base alle normative fino ad assumere il volto di oggi: due comunità educative a dimensione familiare. La prima accoglie bambini e bambine della fascia di età compresa dai 3 agli 11 anni, mentre la seconda accoglie ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni. I minori vengono inseriti nella struttura, al Varignano, su disposizione del Tribunale dei minori in seguito a segnalazioni dei servizi sociali, in sinergia con il Comune, segnalazioni che arrivano non solo dalla Toscana, ma anche dalle regioni limitrofe. Il volto della comunità educativa è quello di Marisa Carmassi, viareggina da anni dipendente della Misericordia e da una decina d’anni direttrice della struttura, che si avvale di educatori ed operatori che donano la loro professionalità, ma anche il cuore affinché minori che altrimenti sarebbero "vuoti a perdere" abbiano un futuro. Tante storie che Marisa Carmassi e il suo staff portano nel cuore.

Cosa significa seguire queste comunità a dimensione familiare?

"Significa piangere con questi bambini e con questi ragazzi, signica ridere con loro, accompagnarli in un percorso personalizzato per ciascuno di loro. Si elabora un progetto educativo individuale redatto congiuntamente dal nostro staff e dai servizi sociali. L’obiettivo è il benessere e lo sviluppo del ragazzo. In risposta all’emergenza legata ai flussi migratori, la comunità ha esteso l’accoglienza anche ai minori non accompagnati, ai quali offriamo un ambiente protetto e un percorso di integrazione personalizzato".

Tante storie, tante emozioni, una per tutte?

"Abbiamo seguito una bambina italiana con alle spalle un passato tutto da dimenticare: ebbenne questa bambina, che chiameremo Gioia, perché il percorso è stato una gioia, ha preso la licenza media e ora studia per diventare operatore socio-sanitario".

Le due comunità sono famiglie per questi minori e adolescenti?

"Certo: minori e adolescenti sono seguiti 24 ore su 24 ore. Noi lottiamo con loro, ma insieme riodiamo e scerziamo anche".

Un passo alla volta, un sorriso e una lacrima alla volta per affrontare il futuro.

Maria Nudi