GUALTIERO STRATA
Cronaca

Lo spauracchio dei dazi. Tanti affari a forte rischio. Imprenditori preoccupati

Il mondo della cantieristica navale resta alla finestra attendendo gli sviluppi. Angelini: "Nessuno ha interesse a interrompere un mercato così florido".

Anche alla rassegna Yare tiene banco il tema dei possibili dazi statunitensi e le ripercussioni nella nautica

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I nuovi dazi imposti da Trump colpiranno anche l’export italiano della nautica da diporto? Vedremo come sarà articolata la nuova legge, ma nel frattempo gli operatori del Distretto nautico toscano tengono alta l’attenzione. Il neo presidente di questo importante ente regionale, Andrea Giannecchini, osserva che: "Il lusso è un settore notoriamente resiliente e di conseguenza anche lo yacht, inteso come prodotto finito. In questo momento particolare le attenzioni dei nostri operatori si limitano al monitorare il mercato Usa per valutarne i riscontri, dopo gli annunci dei nuovi dazi. Come Distretto Nautico Toscano, abbiamo riscontrato negli ultimi tempi in quel mercato un maggiore interesse per i nostri yacht, a cominciare da quelli sopra i 24 metri, mentre qualche incertezza si aveva già per le aziende italiane di accessoristica che esportano negli USA. Per queste ultime il rischio dovuto all’aumento dei dazi è più concreto visto che esiste, tra l’altro, una competizione con prodotti simili, ma non eguali, provenienti da altri Paesi anche extra europei. Insomma, attendiamo la nuova normativa, mentre come dicevo al momento quello che riscontriamo è un andamento ancora positivo degli ordinativi ai prezzi correnti".

Per Pietro Angelini, direttore di Navigo, i termini della questione si possono mettere in fila così: "Primo, bisogna aspettare e vedere cosa verrà fuori di ufficiale. Secondo, è opera di Navigo, unica in Italia, l’avere costruito un gemellaggio con la Florida con tanto di apertura di un ufficio a Miami e portato qui il governatore di quello stato, con una fitta delegazione e con risultati importanti. Terzo, per noi che abbiamo un export di barche sopra i 30 metri, quel mercato ne rappresenta il 25 per cento, perché in Usa non ci sono cantieri che offrono prodotti di eccellente livello su quelle misure. Quarto, Trump è un conoscitore della nautica italiana, comprò il Nabila di Benetti, e credo che sia consapevole delle potenzialità collaborative tra la loro e la nostra industria nautica. Aspettiamo".

Per Confindustria Nautica le aziende del cosiddetto Distretto nautico del Tirreno (che include Genova, La Spezia, Livorno, Viareggio e Pisa) hanno avuto un export in Usa di 830 milioni di dollari nel 2023, e per yacht sopra i 24 metri, di 296 milioni. Altri 463 milioni per barche fino a 24 metri. Nel conto non entrano unità con bandiere diverse da quella a stelle e strisce. Su questo aspetto, decisivo per i nostri cantieri, in particolare viareggini, che esportano yacht di grandi dimensioni, gli operatori si aspettano notizie positive, vista l’esiguità dei numeri. Del resto, come ricorda l’Ente genovese, già nel primo mandato Trump, la Federazione nautica europea e a quella mondiale, oltre all’americana Nmma, fecero lobbying verso il governo Usa, ed ebbero un blocco dei dazi per tre anni in totale. Al momento sembrano comunque premature eccessive preoccupazioni, mentre gli enti pubblici come il Distretto nautico toscano attenzionano il mercato.

Walter Strata