REDAZIONE VIAREGGIO

L’odio è, sempre, un futile motivo. L’anteprima nazionale di Proietti

Andrà in scena lunedì al Festival La Versiliana lo spettacolo che vede protagonista l’attrice figlia d’arte

Andrà in scena lunedì al Festival La Versiliana lo spettacolo che vede protagonista l’attrice figlia d’arte

Andrà in scena lunedì al Festival La Versiliana lo spettacolo che vede protagonista l’attrice figlia d’arte

È un mondo in cui è l’odio la forza che domina e traina le coscienze sociali, nel mondo distopico, ma paraddosalmente vicino a noi, di “Per futili motivi“, lo spettacolo comico, e specchio della realtà, scritto da Andrea Muzzi, e prodotto da Politeama, con la regia di Marco Carniti, che vede protagonisti Ermenegildo Marciante e Carlotta Proietti, che lunedì 12 agosto nel Giardino Barsanti del Chiostro di Sant’Agostino, in anteprima nazionale, andrà in scena al Festival La Versiliana.

Caterina, che mondo è quello di “Per futili motivi“?

"Muzzi l’ha concepito come un futuro distopico ma non distante dalla realtà in cui viviamo. La prima volta che ho letto il testo ho pensato a “Black Mirror“, per le ambientazioni, di un futuro che sembra distante ma con dinamiche invece molto vicine a noi. Presentiamo uno spettacolo dal tono comico, brillante, dove il tema trattato è delicatissimo. Mi auspico che chi verrà, se ne andrà poi con l’idea che è la gentilezza quello su cui dobbiamo puntare".

Lei interpreta Costanza, funzionaria determinata a far rispettare la legge dell’aggressività. Come si è approcciata a questo personaggio?

"È stata una bella sfida, perché sono l’esatto opposto. Costanza è una persona violenta che rappresenta la nuova società, di insensibili, invulnerabili e immuni a qualsiasi tipo di empatia e comprensione".

Dall’altra parte il personaggio di Ermenegildo Marciante rappresenta l’“irritante gentilezza“, l’eccezione nella catena d’odio. È davvero un’eccezione, la gentilezza, nel mondo d’oggi?

"Temo di sì. Si ha sempre di più la tendenza alla violenza fisica, di linguaggio, alla facilità ad odiare, perché dietro c’è paura e tanta superficialità. Noi ci giochiamo sopra, perché i motivi dell’odio, alla fine, sono sempre futili".

La collaborazione con Andrea Muzzi com’è nata?

"Mi ha chiesto di leggere un testo, prima un monologo, e poi questo testo a due, un lavoro che amo molto. L’ho trovato intelligente e stimolante, così come parlarne con lui, perché ha affrontato un tema a modo suo, con grande sincerità".

Sua sorella, Susanna, firma i costumi. Com’è lavorare insieme?

"Ogni volta riesce a soddisfare le esigenze del regista, ma con, sempre, qualcosa di suo: è la mia costumista preferita".

L’eredità più importante che le ha lasciato suo padre Gigi?

"Il rispetto per le persone con cui collabori, l’atteggiamento, civile, di lavorare, senza mai farsi mancare l’aspetto giocoso, ma mai superficiale".

Gaia Parrini