Lucchesi, il ‘faro’ per i cittadini

Il vice-sindaco di Massarosa, Giuseppe Lucchesi, muore improvvisamente per un infarto. Conosciuto come "Il Faro", era un politico vicino alla gente, amato per la sua passione civile e generosità. Il suo esempio dovrebbe ispirare i giovani in politica.

Lucchesi, il ‘faro’ per i cittadini

Lucchesi, il ‘faro’ per i cittadini

Era un sabato mattina, il 18 ottobre 2008: il comune di Massarosa si preparava a celebrare al teatro “Vittoria Manzoni” dove era in programma la cerimonia conclusiva dello storico premio letterario (uno dei più antichi d’Italia): in prima fila, in questo tirare le fila, c’era il vice-sindaco Giuseppe Lucchesi, che aveva anche la delega alla cultura. Il ripasso della scaletta della serata aveva avuto l’ultimo “va bene”. Ma all’improvviso a metà mattinata il Comune finì in ginocchio e molta gente, incredula e sbigottita dalla drammaticità della notizia, cominciò a versare lacrime sincere. “E’ morto Giuseppe Lucchesi, ha avuto un infarto in casa”: In un battibaleno la notizia percorse non solo la via Sarzanese, si dipanò in tutte le strade laterali, salì in collina, penetrò – choccando centinaia e centinaia di persone – in tutte le case generando sgomento perché “Il Faro”, il soprannome con il quale affettuosamente era conosciuto Giuseppe Lucchesi, era davvero un personaggio che illuminava la vita dei paesi con la sua passione civile, il suo impegno disinteressato come assessore della giunta Larini.

Insomma, per Lucchesi – che nella vita di tutti i giorni faceva il medico-dentista – prima di tutto veniva la gente. Poi i partiti: lui era un esponente di punta di Alleanza Nazionale ma – sosteneva – “come amministratore pubblico devo pensare a tutti gli abitanti del Comune”. Era proprio questo suo modo di interpretare la politica “al servizio della gente”, che lo aveva visto raccogliere anche voti trasversali: con la faccia da brava persona e le azioni quotidiane di chi non si dimenticava mai il prossimo, Giuseppe Lucchesi faceva centro in tutti gli ambienti. Frequentava il bar, voleva il contatto con la gente “perché – sosteneva – non dobbiamo rimanere nel Palazzo ma conoscere i bisogni reali delle persone e del territorio che la gente ci ha chiesto, con il voto, di amministrare”. Giuseppe Lucchesi se ne andò all’improvviso, tradito dal cuore, simbolo di amore per le persone e generosità per il prossimo. Un addio che per le modalità e i tempi, può essere considerato il ritratto della sua vita: lavorava nello studio il sabato mattina, per recuperare appuntamenti saltati per gli impegni politici, una corsa a trovare il padre che non si sentiva bene da qualche giorno, il malore improvviso, il cuore che smette di battere. Per sempre. Sarebbe bello e auspicabile che il ricordo del “Faro”, soprattutto il suo esempio, fosse di ispirazione per i giovani che si avvicinano alla politica.