Tommaso Strambi
Cronaca

«Lui mi ha minacciato di morte». Il video dell’orrore: l’uomo investito 4 volte

La 65enne, titolare di uno stabilimento balneare, non convince gli investigatori. La vittima era disarmata

Cinzia Dal Pino

Cinzia Dal Pino, l'imprenditrice arrestata con l'accusa di omicidio volontario

Viareggio, settembre 2024 – «Ero appena salita sulla mia auto quando quell’uomo ha aperto la portiera e si è preso la mia borsa. ’Lasciala o ti ammazzo’, mi ha gridato, poco prima di scappare. Che dovevo fare?». Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice balneare viareggina di 65 anni, ha risposto così ai funzionari della Squadra Mobile che lunedì le hanno notificato il fermo giudiziario con la pesantissima accusa di omicidio volontario. «Pensavo che avesse un coltello», avrebbe aggiunto la donna. «Ma non ne abbiamo rinvenuto nessuno – osserva un inquirente –. Abbiamo setacciato tutta l’area in cui è avvenuta la scena. C’è, invece, quel video su cui non c’è da aggiungere nulla». Sempre gli agenti stanno cercando di capire se a bordo del Suv, che ha ucciso il 47enne marocchino Said Malkoun, ci fosse anche un’altra persona oltre alla balneare.

Il difensore dell’imprenditrice, il professor Enrico Marzaduri, nel corso dell’udienza di convalida cercherà di appigliarsi in tutti i modi (ieri è rimasto blindato tutto il giorno nel suo studio) per provare ad alleggerire la posizione della sua assistita. E proverà a riavvolgere il nastro dall’inizio. Da quando, domenica sera, Cinzia Dal Pino era a cena con un gruppo di amiche in un ristorante di pesce della Darsena.

Intorno alle 23.45 la donna sale sull’auto e una frazione di secondo dopo Said Malkoun, 47 anni – forse originario del Marocco e non dell’Algeria che non lo ha riconosciuto come suo cittadino – la sorprende spalancando la portiera del suo Suv Mercedes. Pochi istanti e l’uomo se ne va portandosi dietro la borsetta della donna. Lei a quel punto accende il motore e lo insegue. Percorre non più di 220 metri e e se lo ritrova davanti. A questo punto sono le telecamere di sorveglianza di un’attività commerciale a raccontare cosa succede. E la scena (un minuto e venti secondi) è agghiacciante.

Si vede l’uomo che cammina sul marciapiede, lei che sterza travolgedolo e schiacciandolo contro la vetrina di un negozio di elettronica per la nautica. Poi la donna ingrana la retromarcia e lo investe altre tre volte. Infine, dopo averlo centrato quando è carponi a terra, scende, recupera la borsa, fa ancora retromarcia e si allontana. Fino a quando nella tarda mattina di lunedì gli agenti della Squadra Mobile sono andati a prelevarla. «Mi aveva rubato la borsa», avrebbe provato a giustificarsi. «Nessun commento, nessun pentimento», nelle frasi pronunciate racconta uno degli investigatori con molti anni di indagini alle spalle. «Ci è apparsa lucida e calma, come in quel video». Immagini che non lasciano margini di interpretazione.

Anche per questo gli inquirenti non escludono che oggi l’avvocato Marzaduri, durante l’udienza di convalida in programma nel carcere ’Don Bosco’ di Pisa, dove Cinzia Dal Pino è rinchiusa da lunedì sera, possa chiedere il patteggiamento e la concessione degli arresti domiciliari. Una strategia difensiva che consentirebbe all’imprenditrice di evitare un lungo processo e nel contempo beneficiare dello sconto di pena previsto dalla legge. Ma sono ipotesi, appunto.

Intanto, mentre sui social si scatenano i commenti (i più a favore della donna: «Solidarietà totale e incondizionata»), Viareggio è stordita e attonita davanti al video choc. Del resto Cinzia Dal Pino è una donna conosciutissima in città. Ha due sorelle e da 33 anni è alla guida dello stabilimento balneare di famiglia, il bagno Milano, in Passeggiata vicino all’orologio. Viareggina doc, ha studiato ragioneria al Piaggia e ha esercitato fino ai primi anni Novanta come commercialista, per poi dedicarsi interamente all’attività balneare. È sposata con Pier Luigi Lorenzi, e abita al quartiere ex Campo d’Aviazione: una coppia solidissima che anche nei momenti più difficili ha ritrovato armonia e affiatamento assieme alla figlia, che spesso è a Milano.