REDAZIONE VIAREGGIO

L’ultima intervista al patron: "Dissì no a girare “Sapore di Mare“. Poi arrivò Virna Lisi e cambiai idea"

L’imprenditore racconta una stagione irripetibile e i mutamenti del Paese

Giorgio Panariello, Gherardo Guidi e Jerry Calò davanti alla Capannina

Giorgio Panariello, Gherardo Guidi e Jerry Calò davanti alla Capannina

La notte è giovane. E in Versilia ha anche un nome: la Capannina di Franceschi. Da 95 anni è da qui che passano i giovani che vogliono ballare e divertirsi. In ogni stagione, ma specialmente in estate. Tutto iniziò nel 1929 quando Achille Franceschi sistemò un grammofono a manovella in un capanno sulla spiaggia per allietare i clienti e tavolini sui quali giocare a carte. Da allora la musica non ha mai smesso di suonare. E non è neppure cambiata molto. Anzi. "Chi viene qui – osserva Gherardo Guidi che, insieme alla moglie Carla, l’ha rilevata nel 1977 – anche se sono giovani che amano i rapper e i trapper rimangono affascinati, così come capitava ai loro genitori o nonni".

Proprio 40 anni fa usciva al cinema "Sapore di mare" di Carlo Vanzina. Cosa rimane di quella stagione?

"La verità è che quando mi chiesero la Capannina per girare il film, lì per lì, dissi di no. C’erano artisti tipo Jerry Calà e rifiutai la loro offerta. Per due volte vennero a trovarmi e rimasi fermo sulla mia posizione. “Se non c’è un artista di rilievo non se ne fa di nulla“, risposi. Anche perché Franceschi non aveva mai fatto entrare fotografi, figuriamoci la cinepresa. Alla terza visita mi dissero che aveva detto sì Virna Lisi. A quel punto ci ripensai e dissi di si. Fu lei, con il suo fascino a dare il là a Sapore di Mare".

Com’è cambiata la società rispetto a quegli anni?

"La gente ha sempre voglia di divertirsi. Ha voglia di raccontare di essere stata in Capannina".

I giovani di allora come si divertivano?

"Quaranta anni fa si ballava in una certa maniera, con la musica inglese. Oggi vanno di moda i rapper e i trapper. Una musica meno dolce, meno melodiosa, ma quando entrano qui, devo dire, che i ragazzi ascoltano volentieri anche le canzoni di allora. Perché erano belle canzoni che sono rimaste nella gente".

Chi sono i giovani che vengono in Capannina?

"Sono i figli dei figli. Ne hanno sentito parlare dai nonni e dai genitori che hanno raccontato loro che cos’era la Capannina. Poi l’hanno vista al cinema e alla tv e sono curiosi di passare qualche serata qui".

Senta, da “settantenne stagionato“, come si definisce, ha sempre voglia di fare l’imprenditore della notte?

"Sono 47 anni che lavoro in Capannina. Un lavoro impegnativo. Partendo dall’imparare a fare bene il baciamano. La principessa Elettra Marconi è sempre venuta qui. E, ancora oggi, a 93 anni viene sempre con il figlio Guglielmo Giovannelli. sempre molto elegante e carina, ogni volta rimango a bocca aperta".

Quest’anno la Capannina è stata chiusa per questioni di ordine pubblico...

"Non amo la polemica. La Capannina era stata chiusa durante la seconda guerra mondiale, poi per il Covid. Rispetto le forze dell’ordine, che svolgono il proprio mestiere. Lo dico senza nascondermi: ci sono rimasto male. Non perché certi episodi non si siano verificati. Ma perché il comportamento irresponsabile di singoli, peraltro fuori dal locale, non trovo corretto che venga imputato a chi gestisce una sala".

Dicono che vuole vendere...

"Le voci circolano perché non più un ragazzo. Sono un settantenne stagionato, molto stagionato. Domani è un altro giorno, si vedrà. La famiglia Guidi non vende. Perché vuole salvaguardare un patrimonio della collettività".

Tommaso Strambi