Viareggio, 21 ottobre 2022 - In attesa di provvedimenti contro il caro-energia, magari prima che anche le famiglie italiane siano costrette a scaldarsi tra il bue e l’asinello, i Comuni studiano un’illumazione di Natale senza doversi svenare. L’appuntamento è decisivo per l’economia, ma anche per la salute mentale dei cittadini, stremati da anni di emergenze d’ogni tipo. L’anno scorso, per stare in tema, per il Covid furono annullate tutte le feste nelle piazze della Versilia. Adesso c’è la guerra.
Dunque a Viareggio, dopo le misure ’espansive’ dello scorso anno , si rischia di tornare all’austerità. Nel 2021, in Passeggiata, era stata allestita di nuovo la pista di pattinaggio sul ghiaccio, oltre all’albero di Natale sponsorizzato da Farmaè sistemato in piazza Mazzini. Era stata potenziata anche l’illuminazione delle palme sui viali a mare. La spesa complessiva per le casse pubbliche era stata di circa 180mila euro: fatti due conti a spanne, per garantire lo stesso spiegamento di luci, a distanza di dodici mesi il Comune dovrebbe mettere sul piatto non meno di 700mila euro. Per questo motivo, il sindaco Giorgio Del Ghingaro è impegnato tra somme e sottrazioni per provare a far quadrare i conti e vedere quel che si può fare.
L’obiettivo è trovare addobbi consoni, con un esborso minimo in termini di corrente. Cioè addobi non luminosi, ma illuminati da un semplice faro. Un discorso che si può estendere anche all’accensione dell’albero di piazza Mazzini.
Nella vicina Camaiore lo scorso Natale è stato caratterizzato da un maxi investimento da circa 120mila euro per vestire a festa il centro storico e le frazioni, per i concerti, i tappeti rossi e i presepi. Casualmente, pochi mesi dopo ci sarebbero state le elezioni comunali. L’edizione 2022 è in fase di progettazione, ma è verosimile pensare che, stanti le ristrettezze con cui un po’ tutti i Comuni hanno a che fare, possa essere un po’ più parca.
Tra chi sta sviluppando delle strategie alternative che possano garantire un minimo di copertura dell’illuminazione natalizia senza mandare all’aria i conti c’è Massarosa . "Dal punto di vista delle iniziative pubbliche, cerchiamo di ridurre al minimo i consumi – spiega la sindaca Simona Barsotti –: stiamo elaborando un progetto per l’allestimento del tradizionale albero in piazza Taddei, che sarà illuminato mediante l’uso di piccoli pannelli solari, e verà addobbato in collaborazione con gli anziani del paese. Per quanto riguarda le singole frazioni, dell’illuminazione si occupano singolarmente associazioni, comitati e commercianti: quello che diciamo, a titolo di indicazione, è che i progetti dovrebbero comunque essere sobri, nell’ottica di garantire un risparmio energetico".
E nella Versilia storica? A Forte dei Marmi , dopo il faraonico Natale Capodanno 2021, l’amministrazione sta lavorando a un programma di riduzione dell’accensione e del numero delle luci posizionate negli snodi nevralgici. Il piano, in questa fase preliminare, è ancora tutto da definire, con la collaborazione del centro commerciale naturale che da sempre si occupa dell’illuminazione del paese e con le altre categorie economiche.
A Pietrasanta , invece, le luminare di Natale sono coperte da una sponsorizzazione biennale, per il 2021 e il 2022, da 240mila euro complessivi: in sostanza, 120mila euro l’anno. Ma l’impennata dei prezzi dell’energia, in termini di sola illuminazione pubblica, preoccupa relativamente: tutte le lampadine piazzate nella Piccola Atene nel periodo di Natale sono a led, e per la loro accensione era stata calcolata una spesa totale di circa 1.400-1.500 per l’intero mese delle festività. Se la cifra quadruplica, a tariffa "corrente", 6 mila euro non sono inarrivabili.
Giochi aperti, per un’illuminazione natalizia che nasce concia per le "feste". Comuni e associazioni si trascinano tra tavoli di confronto, calcolatrici fumanti e prove di austerity, solo per far fronto all’aumento del costo della corrente. Il rischio è che quando bisognerà accendere il riscaldamento e arrivrà la prima vera bolletta del metano, a tanti potrebbe mancare la voglia (e i soldi) di festeggiare Natale e Capodanno. E come 2 mila anni fa torna l’attenzione verso il sole, dispensatore di energia. Era un dio, il Sol Invictus, poi soppiantato dal Natale cristiano. Ora si prende la rivincita, per lo meno a Massarosa, con l’abete fotovoltaico.