
Ma il Forte non ha paura. Corsa a comprare i lidi
Aste e Bolkestein non sembrano affatto scalfire le spiagge ’a peso d’oro’ di Forte dei Marmi. Il paese-isola felice degli investimenti infatti non interessa solo il mattone (con un’impennata di acquisizioni di hotel) ma pure gli stabilimenti balneari, tra bagni in vendita anche a 20 milioni di euro e imprenditori con la voglia di scommettere sulla balneazione. Tra i passaggi di mano più recenti c’è la scelta del maestro Andrea Bocelli di raddoppiare il fronte del suo Alpemare rilevando anche l’adiacente concessione del bagno Italia per poter contare così su piscina e un numero più elevato di punti ombra; l’industriale pistoiese Claudio Giacometti, titolare del colosso Texus con sede a Chiesina Uzzanese, realtà specializzata nella produzione del ’tessuto non tessuto’ in particolare per il settore igienico sanitario (inventore del panno Swiffer) ha invece perfezionato l’acquisto del bagno Vittoria che così entra nella piena gestione del gruppo, pronto a rilanciarlo già dall’estate 2024. Lo scorso anno è stato invece il Remo Beach a ripartire sotto la guida della proprietà straniera che ha comprato anche il Grand Hotel Imperiale a 5 stelle. E prima di tutti loro ci sono stati i Barilla, Alessia Berlusconi, il gruppo Nesti, Michele Tacchella manager di Armani.
Quindi l’Europa non fa paura neppure agli investitori stranieri.
"Non c’è logica in questo andamento – è l’analisi impietosa quanto apparentemente realistica di Gianpaolo Bramanti, titolare della storica agenzia immobiliare Bramanti – perchè, nonostante che questi ultimi anni siano stati caratterizzati dai timori degli operatori balneari, attorno ai bagni c’è molto movimento, tra chi pensa di poter vendere e chi acquista. Personalmente lo ritengo un rischio: non credo che come motivazione possa esserci quella relativa alla possibilià per i grossi gruppi di fare investimenti e migliorie che permettano una sorta di ’salvataggio’ dal pericolo aste. Infatti anche i nostri balneari storici hanno potenziato le proprie strutture e servizi negli anni, eppure oggi rischiano ugualmente. L’unica spiegazione che può aleggiare è che questi imprenditori abbiano delle carte e delle certezze che consentono loro di credere serenamente nel futuro della spiaggia"
Fra.Na.