“Ufficialmente“ la malattia è stata troppo breve "quindi, senza la terza dose di vaccino, non avrà diritto al greenpass". In questo groviglio burocratico è rimasto incastrato Marco Pretesi, studente viareggino in Management all’Università Cattolica di Milano.
"Il 3 gennaio – racconta Pratesi –, dopo esser stato a contatto con un soggetto risultato positivo al Covid ho deciso di effettuare un test rapido in autonomia il quale è risultato positivo". A quel punto Pratesi si è isolato in camera, dato che che convivo con una nonna di 98 anni. "Il giorno seguente - prosegue - ho chiamato la farmacia per effettuare un tampone “ufficiale”, in modo da dichiararmi all’Asl e procedere con il normale iter burocratico. Purtroppo, a causa del boom pandemico cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, il primo appuntamento disponibile era previsto per l’11 gennaio. E, per evitare di recarmi presso le farmacie che effettuano tamponi senza appuntamento, evitando così di contagiare altri individui nelle lunghe code che si creavano (e si creano) ho deciso di accettare tale data". L’esito del tampone rapido ha confermato quanto già registrato da quello ’fai da te’: positivo. "Lo stesso giorno ho deciso di prendere l’appuntamento per un secondo tampone e, data la convivenza con un soggetto fragile ho optato per il primo appuntamento disponibile in modo da avere notizie repentine". Il tampone di verifca è stato fissato per il 15 gennaio. E quel giorno "fortunatamente - aggiunge Pratesi – sono risultato negativo". Il 17 gennaio lo studente è stato contattato dall’Asl, "la quale ha provveduto a recapitarmi per mail il certificato di guarigione e di termine isolamento". Ma allo studente è stato negato il greenpass da guarigione: "lei non ha il diritto al greenpass da guarigione, la sua malattia - è stata la risposta ricevuta dalla Asl – è durata solo 4 giorni consecutivi". Avendo fatto la seconda dosi di vaccino ad agosto, a breve il certificato verde di Pratesi scadrà. "Non avendo diritto al greenpass rafforzato - va avanti lo studente – dovrò sottopormi alla dose booster a distanza di 15 giorni dalla guarigione, operazione non proprio consigliata da alcun medico di medicina generale. Adesso la scelta è tra fare la dose booster o non uscire più di casa a causa greenpass scaduto". greenpass che, per altro, durante tutto il periodo della malattia non è mai stato disattivato. "L’ho verificato attraverso l’App dedicata".
Adesso "Vorrei capire quale sia il motivo per cui si abbia diritto al greenpass rafforzato solo con 10 giorni di malattia consecutiva (ufficiale), in quanto il secondo tampone va effettuato dopo tale periodo perchè se lo effettui prima non hai diritto al Greenpass. Ho provato – conclude Pratesi – a chiedere all’Asl se potessi effettuare un altro tampone in il 21 gennaio in modo da far passare i 10 giorni ufficiali ma la risposta è stata negativa. “No 10 giorni in casa, no Greenpass rafforzato“".
Red.Viar.