Maltempo in stand-by. La lunga maratona del Giovedì Grasso

Sorride Burlamacco: incasso oltre i 100 mila euro

Chi ha il sonno leggero, nella notte tra mercoledì e giovedì potrebbe essersi svegliato all’improvviso: unico caso in cui si inizia a sudare freddo con gli occhi già aperti, e non per i postumi di un incubo. In serata, ha iniziato a piovere. E qualche scroscio si è abbattuto sulla città nelle ore più buie, materializzando ansia e preoccupazioni con cui si convive da settimane. Una strusciata al corno rosso sul comodino, e via a cercare di riaddormentarsi, ovviamente con le dita incrociate.

In mattinata, sotto un cielo grave, grigio e gramo, l’acqua ha dato qualche altra passata leggera. Poi, verso l’ora di pranzo, dalle parti del largo Tofanelli, Marialina ha indossato il cappello magico da cui non si discosta mai – perché al momento è questa l’unica spiegazione plausibile – e ha messo il maltempo in stand by. E così, il Giovedì Grasso è potuto scivolare via senza troppi patemi.

Mentre in via Coppino le "giubbe gialle" si mettevano al lavoro per rifornire la grande macchina del Carnevaldarsena che accende i motori stasera, in via Regia si affollava una fiumana di piccoli carnevalari mascherati, supportati dai passeggini in dotazione per quando la fatica prende il sopravvento. Alla Vecchia Viareggio, su quella via Regia che vide sfilare i primi carri – all’epoca chiamati "legni" – già durante gli ultimi anni di regno di Vittorio Emanuele II, è andata in scena la sfilata dedicata ai bambini. Peluche, nasi e occhi truccati, qualche richiamo ai vecchi cartoni, e il senso di circolarità e di continuità di una tradizione che va avanti, nella voce del bambino dalla zazzera bionda che canta "Come un coriandolo", e pazienza se qualche parola è un po’ masticata.

Nel frattempo, in piazza Mazzini saliva sul palco Elio, nome evocativo da queste parti, specie in questi giorni in cui siamo tutti un po’ tesi, con buona pace delle storie. Vestito da Arlecchino, ha divertito come solo lui sa fare. Poi, alle 18 – orario inconsueto, ma il Giovedì Grasso è rosso sul calendario solo dalle nostre parti, e neanche per tutti –, il triplice scoppio del cannone ha dato il via a una delle due "sfilate dei viareggini", quelle che idealmente aprono e chiudono il momento clou del Carnevale. Il corso è andato in scena interamente in serata, in un clima quasi primaverile – dev’essere per questo che il mammut del Vannucci barrisce allarmato – e su un viale a Mare che, giocoforza, ha dato maggiori libertà di manovra rispetto al (gradito, ci mancherebbe) pipiùme di domenica, garantendo al botteghino un incasso simile a quello dell’anno scorso attorno ai 100 mila euro.

Ne è venuto fuori uno spettacolo di prim’ordine, serio ma non serioso, leggero e spensierato. I giochi di luci hanno fatto il resto, accentuando il moto delle onde di Allegrucci, che in modo quasi retrò evadono dal carro per andare a sfiorare i passanti; o ancora incorniciando la follia distruttrice che anima l’Indomitus Rex di Bertozzi. E modellati dai fari, gli occhi del Dalì di Avanzini hanno preso vita, torreggiando severi sulla folla. Se è vero che il Carnevale nasce per sovvertire l’ordine sociale, la ventata di spensieratezza che ieri ha spezzato la routine di un giorno feriale – con le maschere dei carri arrivate direttamente dall’ufficio, truccandosi nel parcheggio con lo specchietto retrovisore della macchina – sembra rimandare direttamente al valore originario della manifestazione.

Ora si entra davvero nel clou. Prende il via la cinque giorni del Rione Darsena, domenica si torna in scena con il terzo corso mascherato e Martedì Grasso è in programma la quarta sfilata, ripresa dalle telecamere della Rai. Se qualche studente deve ancora chiudere la sessione invernale, si consiglia caldamente di dare una strusciata al cappello in stile Willy Wonka di Marialina Marcucci. Pare che porti fortuna. E comunque, nel dubbio, se potesse evitare di toglierlo fino a martedì... A buon rendere.

Daniele Mannocchi