REDAZIONE VIAREGGIO

Manager della cocaina. Consegne porta a porta tramite appuntamento. E reinvestiva i profitti

Le indagini della Polizia dopo l’arresto di uno spacciatore di 35 anni. Nell’abitazione teneva 250 mila euro in contanti in banconote da 50. Li avrebbe usati per comprare altri stupefacenti e allargare il giro.

Manager della cocaina. Consegne porta a porta tramite appuntamento. E reinvestiva i profitti

La presenza di spacciatori, per lo più magrebini, non passa inosservata a chi frequenta la pineta. La vendita di droga avviene a tutte le ore, di giorno e di notte, con un flusso di denaro difficilmente quantificabile. Ma ingente, molto ingente. Perché Viareggio – come del resto tutta la Versilia – può vantare il poco edificabile primato di essere una delle maggior piazze di spaccio di tutta la Toscana. Qui vengono ad acquistare droga consumatori anche di altre città, fidelizzati – se così si può dire – con il proprio pusher di riferimento. In genere si va nello stesso posto, certi di incontrare la persona che si cerca. Oppure – ed è questa l’ultima frontiere – si fa l’ordine anche per telefono. Con consegna in un posto prestabilito, oppure direttamente a domicilio.

Ed era proprio questo il modus operandi dello spacciatore marocchino arrestato dalla polizia al termine di un’intensa attività di indagine fatta alla vecchia maniera con pedinamenti e punti di osservazione, ma anche con monitoraggio di apparecchiature elettroniche.

Quando è stato intercettato a bordo del suo scooter (era sua abitudine cambiare spesso il mezzo di trasporto), il 35enne marocchino stava appunto completando il giro quotidiano delle consegne a domicilio. Come un qualsiasi rider che porta la pizza a casa. Una consegna l’aveva appena fatta, le altre le doveva ancora portare a termine, visto che nel motorino aveva circa 60 grammi di cocaina. Ma il grosso, di droga e di soldi, li aveva a casa. In un paese della Versilia, lontano da occhi indiscreti. E qui la droga era accuratamente nascosta secondo vari stratagemmi che dovevano garantire innanzitutto l’inefficacia dei cani antidroga. Naturalmente un bravo poliziotto – come sono quelli della squadra anticrimine del commissariato di Viareggio – conosce questi stratagemmi. Pertanto dove non arriva il cane arriva l’astuzia del poliziotto che sa dove cercare. C’è chi usa sostanze dall’odore pungente pensando che possano irritare il sensibile naso del cane, ma proprio questo tipo di odore mette poi in allerta chi compie le perquisizioni e alla fine la droga la trovi con gli occhi anziché con il “fiuto”. E di droga ne è venuta fuori a fiumi: 3,5 chili di hashish e, soprattutto, 1,2 chili di cocaina ancora da tagliare.

E dove c’è la droga, ci sono anche i soldi. Tanti soldi. Circa 250mila euro quasi tutti in banconote da 50 quelle per lo più usate per pagare coca e hashish. Soldi sparpagliati in vari nascondigli dell’abitazione.

Ma a cosa serviva tutta quella montagna di denaro? Ovviamente gli inquirenti del commissariato e della Questura di Lucca ci stanno lavorando. Ma è evidente che uno spacciatore di questo calibro, per garantirsi grossi guadagni, ha bisogno di comprare grandi quantità non solo perché puoi strappare un prezzo migliore, ma anche perché così la puoi tagliare meglio. E se la cocaina è particolarmente buona, puoi anche arrivare a fare tre chili con uno, aggiungendo 2 chili di sostanza inerte.

Da chi acquistava la droga? E’ la domanda a cui stanno lavorando gli investigatori. Certo è che con l’arresto di questo spacciatore, la polizia ha assestato un duro colpo al mercato nero della droga e a chi gestisce questi enormi flussi di denaro e di sostanza stupefacente.

Paolo Di Grazia