Maria Malfatti, il canto dell’umanità: "Ho respirato musica sin da piccola"

Nipote di Egisto, Novella, soprano, da Pietrasanta ha conquistato i palchi più importanti del mondo

Maria Malfatti, il canto dell’umanità: "Ho respirato musica sin da piccola"

Nipote di Egisto, Novella, soprano, da Pietrasanta ha conquistato i palchi più importanti del mondo

di Gaia Parrini

Ha respirato, e ascoltato musica, tra le mura di casa, sin da piccola, Maria Novella Malfatti, la soprano che ha portato la voce della Versilia, sin da giovanissima, nel mondo. Calcando i palchi più importanti e prestigiosi, ma portando con sé, ovunque vada, nel cuore e nella mente, come cantava suo zio Egisto Malfatti, il sapore del sale, e l’odore del mare.

Qual è il suo primo ricordo legato alla musica?

"A Torre del Lago, con mia mamma. A casa ascoltavo sempre “O mio babbino caro“ eseguita da Renata Tebaldi e lei decise di portarmi a conoscere il luogo nativo di Puccini. Mi ritrovai di fronte a questa statua gigante, e ricordo mia mamma sussurrarmi all’orecchio che ero davanti al maestro della musica".

Ha sempre respirata un’aria artistica, quindi.

"In casa c’è sempre stata cultura musicale, anche grazie allo zio Egisto che ascoltava un po’ di tutto".

Che ricordo ha di lui?

"Andavamo spesso a trovarlo. Ho un ricordo vivido al Sacro Cuore di Viareggio, dove decise di finire la sua vita. Era straordinario, e nel lavoro metto tanto di lui perché mia mamma lo ricorda tanto e costantemente. Lo descrive come una persona intelligente, argutissimo, sensibile".

Per questo ha scelto di prendere il cognome d’arte Malfatti?

"Quello è per mio nonno, perché mi ha avvicinato al teatro".

Dopo quell’incontro con la statua di Puccini, già da piccola il suo sogno era quello di cantare?

"C’è sempre stata l’attrazione per la musica. Poi papà un giorno portò a casa un film, “Canone inverso“ di Ricky Tognazzi con le musiche di Ennio Morricone che parla di due fratelli violinisti. Mi prese talmente tanto che decisi di cominciare a suonarlo".

E al canto come c’è arrivata?

"Tutti mi dicevano che avevo una bella voce. Mia mamma mi disse di aspettare per vedere se sarebbe rimasta la stessa voce pulita, perché il canto lirico richiede uno sforzo notevole. Così ho aspettato, ho fatto l’esame al Conservatorio e sono entrata".

Ha studiato a Lucca, poi perché la scelta di andare ad Amsterda e Chicago?

"Volevo ampliare la conoscenza della lingua e scoprire il mondo anche musicalmente".

L’insegnamento più importante della sua formazione?

"Ne ho molti. Devo tanto a Gustav Kuhn, che mi ha insegnato tanto in musica, canto e teatro. Lavoravo con lui già dieci anni fa e ancora oggi penso a quello che mi diceva. Poi devo tanto a Marrazzo e Janet Perry, la mia prima insegnante che mi ha dato le basi del canto lirico".

Il palco, invece, più importante, tra quelli che ha calcato?

"Il Lyric Opera di Chicago perché ha un palco enorme, quasi di 3mila posti in platea e Amsterdam, con una sala concerto famosissima perché per entrare sul palco devi scendere da delle scale in cui ci sono i nomi dei più grandi musicisti, come Beethoven, Schubert, Schumann".

Come si approccia ai personaggi che deve interpretare?

"Parto dalla musica, per studiare lo spartito, le note e l’accompagnamento e poi mi concentro sul testo. Quando costruisci un personaggio, come mi sta accadendo ora con Mimì, metti tanto di te e della tua esperienza di vita".

Il ruolo dei suoi sogni?

"Sono fortunata, perché sto interpretando già ruoli dei sogni, come Mimì e Violetta de La Traviata. Poi ci sarebbe la Norma di Bellini, e altri ruoli verdiani".

Gira il mondo per il suo lavoro, ma c’è qualcosa che si porta sempre dietro della sua città?

"Il mare, prima di tutto. Perché come diceva Egisto “ovunque andrai saprai sempre di sale“: ovunque, fai parte di quella cultura. Con un modo di affrontare le cose, e un’umanità cheviene tanto dalla nostra terra e Viareggio, soprattutto, è una città accogliente e aperta".

Ha un posto preferito?

"Piazza Puccini, a Torre del Lago, perché da lì si sente il Maestro e, lì, aleggia la sua anima".

Ha debuttato a Como con La Bohème e sarà poi in Francia con La Traviata. Emozionata?

"L’emozione è grandissima, ed è sempre bello perché fa parte del tragitto: conosci te stesso e nei personaggi porti tanto di te. Degli amori, dello studio e della famiglia".